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L'ESPERIENZA

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Una mostra fotografica a Milano testimonia un originale percorso di inclusione per gli immigrati, invitati a scoprire la città che li ospita attraverso la fotografia. Una iniziativa del progetto "Finestra d'amicizia" di Fondazione Monserrate

Cultura 09_06_2019
"Mia madre", una delle foto presenti alla mostra

Caro direttore,

martedì 4 giugno nella prestigiosa cornice di Palazzo Bovara a Milano è stata inaugurata la mostra «Percorsi sperimentali di inclusione». Inserita nel palinsesto del Milano Photofestival e della Milano Photoweek, la mostra offre un diverso punto di vista sulla città di Milano e soprattutto sul tema dell’immigrazione.
Sono fotografie scattate da giovani immigrati attrezzati solo con un cellulare, autori sperimentali che raccontano esperienze milanesi nate dall’incontro con la «Finestra d’Amicizia» di Fondazione Monserrate.

Punto d’incontro e condivisione presente nei quartieri e nelle scuole delle periferie milanesi, la «Finestra d’Amicizia» in 12 anni ha permesso di intercettare centinaia di persone e famiglie immigrate, accompagnando il loro cammino verso legalità e autonomia, supportando il superamento di esperienze di isolamento ed estraneità ai nuovi contesti di vita, facilitando la relazione scuola-famiglia immigrata, svolgendo un articolato lavoro di prevenzione e contrasto all’abbandono scolastico.

La mostra nasce all’interno del percorso d’insegnamento dell’Italiano come lingua seconda attraverso sistemi innovativi di didattica attiva offerto dalla «Finestra d’Amicizia». La fotografia è stata strumento principale del percorso che ha compreso anche uscite storico-culturali fotografiche di conoscenza di Milano, per un’esperienza di incontro con il contesto e la cultura del luogo in cui i giovani immigrati si sono trovati a vivere (dalla Milano a loro più vicina, conosciuta solo nelle vie quotidianamente percorse per andare a scuola o al lavoro, a quella quasi sconosciuta della Milano storica o più iconica).
La fotografia da strumento dinamico per l’insegnamento dell’italiano è diventata occasione di presa di coscienza di sé all’interno di una realtà circostante divenuta meno estranea.

La mostra si presenta come un percorso attraverso luoghi non ancora noti, narrazione per immagini di una presa di coscienza che è possibile appartenere anche a nuovi contesti grazie a volti amici che possono renderli meno estranei.
Non è una mostra che dice, che racconta nel senso delle parole che riempiono le nostre giornate. Sono sguardi, istanti di un’esperienza vissuta, che dicono lo stupore dell’incontro con una bellezza impensata e con degli amici che la rendono familiare.

«Siamo ormai abituati allo sguardo della fotografia sui volti e sui luoghi delle periferie umane, scatti di compassione e di denuncia. Risulta invece inedita questa esposizione che, coraggiosamente, ribalta il punto di vista. Si tratta d’immagini scattate da giovani immigrati, fotografi improvvisati, e del loro sguardo sulla città» (Matteo Castelli curatore della mostra).
Non c’è denuncia in questo sguardo (anche se si era detto ai ragazzi di fotografare anche quello che non piace di Milano), solo immagini che dicono lo stupore di fronte alla bellezza e l’esperienza di un positivo che c’è ed è possibile.
Questa l’esperienza che ci comunicano questi nuovi milanesi.

Un messaggio anche per noi, distratti e un po’ anestetizzati, che questo bello, questa storia in cui siamo immersi la vediamo poco, che stentiamo a vedere il positivo possibile anche per noi e per questo rischiamo di vivere in difesa.

La Mostra è un percorso che coinvolge chi guarda nello sguardo stupito di chi è stato forse per la prima volta di fronte a una Milano sconosciuta e a un’amicizia gratuita, la sorpresa per una bellezza inaspettata, ma vivibile e possibile, che restituisce speranza e voglia di costruire, nuovi e vecchi cittadini di Milano, insieme.

Barbara Anibaldi
(Area Progetti e Comunicazione di Fondazione Monserrate)

Mostra fotografica «Percorso sperimentale di inclusione»
Esposizione dal 5 al 13 giugno, 9.30 - 17.30
Palazzo Bovara (Corso Venezia, 51, Milano)