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L'inchiesta britannica rivela gli errori di Stato sul Covid

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Gravi responsabilità e falle del sistema a partire dall'impreparazione del governo del Regno Unito. Risultati che dovrebbero far riflettere e sollecitare indagini altrettanto approfondite anche al di qua della Manica.

Attualità 23_07_2024

Sono stati pubblicati in Inghilterra i primi risultati della Commissione Nazionale d’inchiesta sull’epidemia da Covid, presieduta dalla baronessa Heather Hallett, già giudice della Corte di Appello britannica, vicepresidente della Criminal Division, membro del Consiglio della Regina, uno dei maggiori esperti di Diritto Penale della Gran Bretagna.

L’inchiesta, di cui ha parlato negli scorsi giorni il quotidiano Daily Mail, ha messo in luce le gravi responsabilità dello Stato nella gestione dell’epidemia da Covid: «mancanze che hanno  portato a morti e sofferenze di massa», conclude il rapporto con una accusa schiacciante a coloro che erano ministri della Salute durante la pandemia, Hancock e Hunt, che ha ucciso più di 230.000 britannici.

Questa inchiesta potrebbe e dovrebbe costituire un paradigma per tutti i Paesi, ivi compresa l’Italia, dove si sta cercando di appurare le responsabilità del disastro pandemico, troppo sbrigativamente attribuite a un virus definito come un nemico invincibile, per il quale “non c’era cura”, e nei confronti del  quale non si poteva far nulla se non rinchiudersi in casa coi lockdown in attesa che arrivasse la salvezza vaccinale.
I risultati dell’inchiesta inglese, che per ora si limitano alla prima fase dell’epidemia – mentre in seguito verranno esaminate le questioni delle cure mancate o sbagliate e successivamente tutta la partita dei vaccini – dimostrano che fin dagli inizi l’epidemia avrebbe potuto essere arginata in modo decisamente più efficace. 

Innanzitutto emergono l’impreparazione e l'incapacità del governo del Regno Unito (ma qui per il lettore italiano il pensiero corre subito al premier di allora Conte e al ministro Speranza) nel prepararsi a una pandemia "prevedibile". L’allarme dalla Cina era arrivato, come noto, il 1° gennaio. Si sprecavano i commenti sulle immagini che giungevano da Wuhan, ma non si fece nulla per prepararsi all’arrivo in Europa del virus.
La baronessa Heather Hallett, sostiene che la causa «della tragedia di ogni singolo decesso» è stata «la dannosa mancanza di attenzione» sulle misure necessarie per affrontare una malattia in rapida diffusione. 

Il documento di 240 pagine afferma che non c’è alcun dubbio che che «i processi, la pianificazione e la politica delle strutture di emergenza civile all'interno del governo del Regno Unito e delle amministrazioni e dei servizi civili decentrati hanno deluso i cittadini».
Il rapporto aggiunge: «Nonostante le enormi quantità di documentazione, le linee guida per la pianificazione non erano sufficientemente solide e flessibili e la documentazione politica era obsoleta e inutilmente burocratica».
La baronessa  ha affermato che gli elevati livelli preesistenti di malattie cardiache, diabete, malattie respiratorie e obesità, nonché i livelli generali di cattiva salute e disuguaglianze sanitarie, avevano reso il Regno Unito più vulnerabile.

Insomma: il non avere investito nel Servizio Sanitario e avere effettuato tagli sconsiderati aveva indebolito la possibilità di risposta efficace. In sintesi, dice il rapporto, se il Regno Unito fosse stato meglio preparato, si sarebbe potuta evitare parte dell'enorme costo umano e finanziario dovuto al Covid.
In particolare è stato riscontrato che l'approccio alla valutazione del rischio era imperfetto, con conseguente pianificazione inadeguata per gestire e prevenire i rischi e rispondere ad essi in modo efficace 
La pianificazione di emergenza non è riuscita a tenere in debita considerazione le disuguaglianze sanitarie e sociali esistenti e le autorità locali e i volontari non sono stati adeguatamente coinvolti. I ministri, che spesso non hanno una formazione specializzata in materia di emergenze civili, non avevano ricevuto una gamma sufficientemente ampia di consigli scientifici e spesso non sono riusciti a contestare i consigli ricevuti.
I consulenti non avevano la libertà e l'autonomia di esprimere opinioni diverse, il che portava a una mancanza di prospettive diverse e i loro consigli venivano spesso indeboliti dal "pensiero di gruppo"
La baronessa Hallett ha aggiunto: «Non ho esitazioni nel concludere che i processi, la pianificazione e la politica delle strutture di emergenza civile in tutto il Regno Unito hanno deluso i cittadini di tutte e quattro le nazioni (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, ndr)».

«Ci sono stati gravi errori da parte dello Stato e gravi falle nei nostri sistemi di emergenza civile. Non si può permettere che ciò accada di nuovo». Ha aggiunto che le sofferenze provocate dalla pandemia non devono essere dimenticate.
Le conclusioni di questo primo rapporto sono dunque che il costo umano e finanziario della pandemia di Covid è stato molto peggiore di quanto avrebbe dovuto essere perché il Regno Unito non era adeguatamente preparato. E non solo il Regno Unito, bisognerebbe aggiungere.
Il lockdown, uno degli elementi più divisivi della risposta al Covid-19, sarà esaminato più in dettaglio in un prossimo  rapporto, ma la baronessa Hallett ha riconosciuto che «dovrebbe essere una misura di ultima istanza».

In una dichiarazione, il presidente dell'inchiesta ha affermato: «Il mio rapporto raccomanda una riforma fondamentale del modo in cui il governo del Regno Unito e le amministrazioni decentrate si preparano alle emergenze civili che coinvolgono l'intero sistema. Se le riforme che consiglio saranno attuate, la nazione sarà maggiormente in grado di evitare le terribili perdite e i costi per la società che la pandemia di Covid-19 ha comportato».

Elkan Abrahamson, che rappresenta il gruppo Covid-19 Bereaved Families for Justice, che conta quasi 7.000 membri, ha affermato: «Siamo lieti di vedere che la baronessa Hallett ha ascoltato e recepito la maggior parte delle nostre raccomandazioni per impedire che un disastro come la pandemia di Covid si ripeta mai più». Un auspicio assolutamente condivisibile, anche di fronte alle minacce di reiterate epidemie, dalla Dengue al Marburg all’Aviaria con cui si cerca di tenere le popolazioni in un infinito stato di emergenza sanitaria.



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