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Lo studio

Lgbt in crescita negli USA: nei dati l’effetto-moda

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Un sondaggio di Gallup rivela che il 9,3% degli adulti statunitensi si identica come Lgbt. Un dato in crescita soprattutto tra i giovani. Più bisessuali che solo omosessuali. Tutte conferme del contagio sociale: vediamone i motivi.

Vita e bioetica 28_02_2025

Negli USA sta crescendo negli anni il numero di persone che si identificano in una o più delle lettere dell’acronimo LGBT. È ciò che emerge dall’ultimo sondaggio svolto nel 2024 dalla multinazionale di analisi e consulenza Gallup che ha riguardato 14 mila persone. Come si può leggere sul loro sito «il 9,3% degli adulti statunitensi si identifica come lesbica, gay, bisessuale, transgender o qualcosa di diverso dall'eterosessuale». Avete letto bene: quasi il 10% dei cittadini americani si qualifica come non eterosessuale. Una cifra aumentata di ben 1,7 punti percentuali in un solo anno, che è raddoppiata dal 2020 e quasi triplicata dal 2012.

L’identificazione con una delle categorie del mondo LGBT aumenta con il diminuire dell’età. Sono i più giovani ad essere più arcobaleno. «Più di uno su cinque adulti della Generazione Z, ovvero quelli nati tra il 1997 e il 2006, che avevano un'età compresa tra i 18 e i 27 anni nel 2024, si identifica come LGBTQ+». Anche in questo caso avete letto bene: più del 20% dei ragazzi e dei giovani americani dice di essere gay o trans. Una percentuale elevatissima. Invece le persone nate prima del 1946 che si identificano come LGBT sono “solo” l’1,8%. Si aggiunga anche questo dato interessante: la crescita percentuale negli anni di persone LGBT riguarda maggiormente e ancora una volta le generazioni più giovani. Quindi l’incremento esponenziale prima indicato interessa soprattutto la Generazione Z.

Ma sezioniamo ancor meglio il dato iniziale, quel 9,3% di popolazione arcobaleno. Gallup ci informa che «più della metà, il 56%, ha dichiarato di essere bisessuale». E anche in questo caso la maggior parte dei bisessuali la troviamo nella Generazione Z.

Un altro dato interessante: «Il 10% delle donne contro il 6% degli uomini afferma di essere LGBTQ+» e, nello specifico, bisessuali. Di rilievo anche il fatto che omosessualità e transessualità fioriscono più all’ombra dei grattacieli che in aperta campagna: «l'identificazione LGBTQ+ è più elevata tra le persone che vivono nelle città (11%) e nelle periferie (10%) rispetto alle aree rurali (7%)».

Fin qui i numeri. Ora, qualche riflessione. Solo qualche settimana fa commentavamo i dati dell’ultimo rapporto inglese sulla popolazione, dati che riguardavano anche la popolazione LGBT. Anche in quel caso l’aumento del numero di persone LGBT era esponenziale negli anni e riguardava soprattutto i giovani. Il fatto che l’omosessualità cresce nel tempo e riguarda soprattutto i ragazzi conferma, come appuntavamo ad inizio febbraio, «che l’omosessualità non è genetica, non è una variabile naturale dell’orientamento sessuale ma è frutto di un condizionamento. Se fosse un dato genetico/naturale avremmo la stessa quota di omosessuali nel tempo» e in tutte le fasce di età. Sono invece gli influssi ambientali a condizionare l’orientamento sessuale e la percezione di appartenere ad un sesso diverso da quello genetico. Sono i famigerati costrutti culturali, le tante vituperate sovrastrutture sociali, così combattute proprio dagli attivisti LGBT, a determinare le scelte nel campo della sessualità. E dato che i giovani sono più sensibili alle mode e ai condizionamenti ambientali, soprattutto quando questi sono trasgressivi, di nicchia, di rottura con la tradizione, perché percepiti come più autentici, ecco allora che è naturale che siano le giovani generazioni le più influenzabili dalle campagne LGBT, anche perché le stesse giovani generazioni hanno meno filtri critici per giudicare rettamente, sono meno equipaggiate dal punto di vista critico e più prone a seguire il mainstream, che a loro invece sembra assolutamente originale. Il fatto poi che omosessualità e transessualità siano condizioni non naturali ma prodotti dell’influenza dell’ambiente è comprovato anche dal fatto che entrambe sono più diffuse in contesti cittadini e non rurali, perché è soprattutto nei primi che circolano certe idee lontane dalla tradizione.

Il numero di LGBT cresce dunque nel tempo perché segue la crescita di diffusione del credo LGBT nella società. Più si parla di cultura omosessualista e transessualista e più acquista autorevolezza e credibilità, perché supportata da politici e vip, più la stessa conquista adepti. Si tratta del fenomeno conosciuto dai sociologi che va sotto il nome di contagio sociale.

Questa diffusione, poi, non fa venire allo scoperto cripto-gay o cripto-trans che temono di fare coming out finché l’ambiente sociale non sia filo-LGBT, ma li genera perché li instrada verso un orientamento o una identità che mai avrebbero fatto propri senza questo condizionamento. La prova provata sta nel fatto che questi sondaggi sono anonimi e quindi il presunto stuolo di LGBT che per anni avrebbero vissuto nell’ombra per paura dei giudizi altrui avrebbe già avuto modo da altrettanti anni di dichiarare la propria omosessualità e transessualità, protetti appunto dall’anonimato dei sondaggi. Invece così non è stato.

In merito poi alla bisessualità che, nel panorama della realtà LGBT, la fa da padrona, questa preponderanza, come avevamo già appuntato a suo tempo, da una parte si spiega non tanto in termini di orientamento incardinato nella psiche della persona, bensì nel desiderio di sperimentare nuove esperienze. È più una curiosità trasgressiva, tanto è vero che la maggior parte delle persone che si dichiarano bisessuali, nella realtà dei fatti, sperimentano l’omosessualità solo sporadicamente. In secondo luogo l’anticultura della liquidità trova nella bisessualità, più che nell’omosessualità, la sua espressione più pura. La bisessualità è più aderente allo spirito di questi tempi fluidi. In terzo luogo – e veniamo forse al vero motivo della maggior diffusione della bisessualità rispetto alla sola omosessualità – la scelta dell’omosessualità pura è più radicale – e quindi esperibile da un minor numero di persone – dato che esige un’attrazione esclusiva per una persona del proprio sesso. È quindi più incardinata in profondità nella persona, più biografica.

La bisessualità invece richiama ad un condizionamento e adeguamento culturale: è più una scelta culturale, di costume, più attinente alle mode diffuse, che una scelta esistenziale. A motivo di ciò si rimane alla fine eterosessuali con qualche sporadica incursione nell’omosessualità. Detto in altri termini, un fenomeno trasgressivo o rivoluzionario trova più aderenti nei suoi gradi minimi (eterosessualità insieme all’omosessualità) e meno aderenti nei suoi gradi massimi (sola omosessualità). L’omosessualità spuria (bisessualità) è meno impegnativa di quella pura e quindi è più estesa.

Infine abbiamo visto che la bisessualità è più diffusa tra le donne. Questo accade sia perché queste ultime, dal punto di vista psicologico, vivono l’affettività amicale tra donne in modo più intimo e profondo e ciò può condurre, pur rimanendo sostanzialmente eterosessuali, ad equivocare sentimenti amicali per sentimenti amorosi oppure a rivestire i primi con i panni dei secondi. In secondo luogo, le donne vivono in modo più fisico rispetto ai maschi le relazioni di amicizia tra loro e questo può facilitare il passaggio da gesti amicali ad atti di vera intimità sessuale. In breve: una volta la donna eterosessuale coltivava legami profondi e affettivi con le amiche; oggi con la spinta della diffusione della cultura LGBT la donna rimane eterosessuale ma quei legami di amicizia si sono erotizzati. Altra conferma che l’omosessualità non è un dato di natura, ma un dato di cultura, di educazione/diseducazione delle coscienze.



Ideologia vs realtà

L’omosessualità non è genetica, la conferma nei dati inglesi

L’ultimo rapporto sulla popolazione britannica svela che in 5 anni i giovani che si identificano come Lgb sono cresciuti dal 4,4% al 10,4%. Crescono soprattutto i bisessuali. Forti le differenze intergenerazionali. In breve, l’omosessualità è frutto di un condizionamento.

IDEOLOGIA E MODA

Lgbt in crescita, frutto del contagio sociale

Da una ricerca di Gallup emerge che il 7,6% degli adulti statunitensi si identifica come Lgbt. La percentuale cresce nelle generazioni più giovani. Dati che sono l’effetto delle mode e dell’insistente propaganda che presenta l’omosessualità come positiva.