Lgbt e abortisti, i legami innegabili tra Soros e UsAid
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Nuovi report sul sistema di gestione di UsAid svelano il pesante coinvolgimento della Open Society Foundations di George Soros per la promozione dell'ideologia Lgbt e abortista.
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Si allarga il mare e la distanza tra l’Europa e le sue istituzioni e l’attuale amministrazione USA, sempre più decisa a far piazza pulita delle lobbies e delle ideologie che hanno contagiato l’occidente nell’ultimo decennio. Soros esce dalla porta dell'amministrazione Trump ed entra dalla finestra del Parlamento europeo. L’Europa e Bruxelles non hanno solo un problema serio di mancato rispetto per la libertà religiosa e di opinione, hanno un enorme problema di mancanza di trasparenza, complicità ed infiltrazioni malvagie nelle proprie istituzioni che deve essere risolto urgentemente e con fermezza.
A Washington, il lavoro del team di Elon Musk, che lavora alacremente al “Department of Government Efficiency” (DOGE) sta identificando, come ha dichiarato il Presidente della Camera USA Mike Johnson «frodi, sprechi e abusi», le scoperte sui finanziamenti USAid confermano l’inquietante sospetto di una fortissima collaborazione con le filantropie globaliste che hanno inquinato l’occidente con l’imposizione dell’ambientalismo divinizzato, la banalizzazione e liberalizzazione dell’omicidio dell’innocente in utero, l'ideologia gender e la privazione della libertà di religione e dei diritti dei genitori alla scelta educativa.
L'"Open Society Foundations”, secondo i dati avvalorati dal “Daily Signal” della Heritage Foundation, ha finanziato molti dei gruppi di sinistra che hanno fornito personale e consulenza all'amministrazione Biden. Sebbene Open Society Foundations abbia dichiarato recentemente di non ricevere finanziamenti da USAid o di non coordinare i finanziamenti di USAid, i suoi legami con USAid sono innegabili. Nel 2001, la rete delle fondazioni Soros ha elencato l'USAid tra i suoi "partner donatori", insieme ad altre agenzie di aiuti governativi in paesi come Gran Bretagna, Svezia, Canada, Paesi Bassi, Svizzera, Germania e Austria. Non solo Open Society ha finanziato gli stessi progetti di USAid, ma i suoi leader hanno incontrato l'ex amministratrice di USAid Samantha Power in svariate occasioni. USAid e Open Society Foundations hanno finanziato congiuntamente l'“Organized Crime and Corruption Reporting Project”, un'organizzazione che ha attaccato diversi leader conservatori in tutto il mondo per aver criticato Soros e che ha pubblicato il documento che portò poi al primo impeachment di Trump.
Open Society Foundations o i suoi partner, l'Open Society Policy Center, l'Open Society Institute o la Foundation to Promote Open Society hanno finanziato, insieme all’USAid l'American Civil Liberties Union pro immigrazione, Lgbti e aborto e con varie filiazioni in tutti i paesi del mondo occidentale), il NAACP Legal Defense Fund e il Southern Poverty Law Center (che hanno promosso il discredito mondiale verso moltissime ONG critiane pro life e pro family e sostenuto le azioni delle agenzie federali di polizia contro i cattolici e i conservatori americani), diverse campagne per i diritti umani, meglio dire iniziative di promozione e diffusione globale dell'ideologia di genere ed il Sierra Club (che ha promosso l’allarmismo climatico).
USAid non ha avuto solo legami con la Open Society Foundations, per esempio, Rajiv J. Shah, presidente della Fondazione Rockefeller, parte della rete che ha finanziato diversi gruppi di attivisti per il clima e che sostiene diverse multinazionali abortiste, in precedenza ha guidato l'USAid sotto il presidente Barack Obama. Così come anche il capo dello staff della Fondazione Rockefeller, Mike Muldoon e il suo vicepresidente per l'innovazione, Andrew Sweet, hanno ricoperto ruoli di rilievo presso USAid, rispettivamente come responsabile senior degli investimenti e consulente senior dell'amministrazione. Negli ultimi quattro anni, l'USAid ha erogato più di 4,2 miliardi di dollari in sovvenzioni a «vari beneficiari stranieri», in questa fase, difficilmente identificabili anche se, i legami dell'USAid con le Open Society Foundations, Tides, la Rockefeller Foundation, la Human Rights Campaign, il Center for American Progress, l'ACLU e altri, confermano come tali gruppi di sinistra illiberali abbiano acquisito un potere immenso nella loro capacità di influenza e penetrazione a tutti i livelli ed in ogni paese.
Mentre in USA l'amministrazione Trump ha iniziato con forza l'opera di pulizia, trasparenza e lotta agli sprechi, l’Europa si muove in tutt’altra direzione. La Commissione europea ha incanalato miliardi di euro di fondi pubblici per finanziare ONG e think tank illiberali e di sinistra che, lungi dall'agire in modo indipendente, sono serviti come strumenti per promuovere agende politiche centraliste e contrarie ai governi conservatori. Lo rivela un rapporto appena pubblicato da MCC Bruxelles, intitolato "The Commission's Propaganda by Proxy" (La propaganda della Commissione per procura), che smaschera programmi come quello per i cittadini, l'uguaglianza, i diritti e i valori (CERV) con un budget di 1,5 miliardi di euro. Ufficialmente, questo fondo è destinato a «rafforzare la democrazia e i diritti nell'UE» ma, in realtà, finanzia una serie di progetti con chiari obiettivi propagandistici.
Ad esempio il progetto RevivEU, gestito dall'Istituto EUROPEUM per la politica europea, che mira a combattere le «narrazioni euroscettiche promosse dalle élite autocratiche» nei Paesi di Visegrád (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia). Questo progetto ha ricevuto 645.000 euro tra il 2023 e il 2024. A tali gravissime denunce di conclamate intromissioni nella vita civile e democratica dei singoli paesi europei, se ne aggiunge un’altra, se possibile peggiore. Alla guida del “Comitato speciale sullo scudo democratico europeo” (EUDS), recentemente istituito e fortemente voluto dalla Commissione Von der Leyen, ed il cui mandato politico include tutte le iniziative per contrastare le interferenze dannose nei processi democratici dei paesi europei, che è di fatto un ‘Grande Fratello’ censorio, è stata eletta la deputata liberal-macronista francese Nathalie LOISEAU che ha più volte affermato di essere molto «orgogliosa» per aver lavorato per i “think tank” di George Soros.