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Canada

L'eredità di Trudeau: città multata per non aver esposto la bandiera Lgbt

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10 mila dollari di multa per la cittadina di Emo e corsi di rieducazione per il suo sindaco. Il motivo? Si è rifiutata di esporre la bandiera arcobaleno durante il mese del pride. Ecco l'eredità della politica di Trudeau. 

Attualità 08_01_2025

Emo è una piccola cittadina di 1300 anime che si trova nell’estremo ovest dell’Ontario, la più popolosa delle tredici provincie del Canada. Il sindaco Harold McQuaker e due dei suoi collaboratori sono stati multati, secondo quanto riporta il National Post, perché si sono rifiutati, nel 2020, di «proclamare giugno come Mese del Pride» ed anche per non aver esposto nelle sedi del comune «una bandiera arcobaleno Lgbtq2».

Il «Tribunale per i diritti umani» della regione ha stabilito che il sindaco e gli altri due impiegati hanno violato il «Codice dei diritti umani dell'Ontario» e quindi dovranno pagare la modica somma di «10.000 dollari». Il giudice ha pure ordinato ai "malfattori" di «completare la formazione obbligatoria sui diritti umani», apparentemente non rispettati dai colpevoli.

La storia è iniziata 4 anni fa con la richiesta scritta da parte del gruppo Borderland Pride (Bp) di proclamare «giugno come mese dell'orgoglio gay». La missiva faceva notare al primo cittadino che il Pride è necessario «per mostrare il sostegno della comunità nei confronti delle persone Lgbtq2». Del resto, scrivevano i militanti, «la diversità di orientamento sessuale, identità di genere ed espressione di genere» rappresenta indiscutibilmente «un contributo positivo alla società». Per chi lo ignorasse, il 2 della sigla gay, sta per «two-spirit», l’ultima delle «tendenze sessuali» inventate da questi gruppi.

Il Bp chiedeva anche di esporre una «bandiera arcobaleno» in una settimana a scelta durante il «mese dell’orgoglio» (giugno, ex mese del sacro Cuore). Idee e proposte da cui non è più lecito dissentire nel Canada trans-umanista di Justin Trudeau, il presidente che ha appena annunciato le sue dimissioni, ma da anni intento a preparare ai suoi cittadini un futuro a base di aborto fino al nono mese (se non infanticidio dei neonati «down»), suicidio su domanda, eutanasia per depressi, ed altre simili “conquiste sociali”.

Il Tribunale che ha condannato la giunta, ha riconosciuto che il comune di Emo, non aveva all’epoca «un'asta centrale per la bandiera», tranne quella già occupata dalla «bandiera canadese» sopra la porta d'ingresso dell'ufficio municipale.

Quindi la causa della condanna è stata trovata nelle dichiarazioni del sindaco. Il quale, rifiutando di sottomettersi al «Pride month», ha osato dire ai gruppi che lo avevano contattato, che: «Non c'è nessuna bandiera che viene sventolata per l'altra faccia della medaglia» e che «non ci sono bandiere che sventolano per le persone etero».

Davanti a queste scioccanti parole, ovviamente, Karen Dawson la «vicepresidente del Tribunale per i diritti umani» ha fatto notare che l’osservazione del sindaco «è stata umiliante e denigratoria» nei confronti «della comunità Lgbtq2 di cui Borderland Pride è membro» e quindi costituisce una vera «discriminazione ai sensi del Codice».

Anche Emily Saewyc, docente dell'Università della British Columbia, citata in tribunale come esperta della comunità gay, ha giustificato la condanna. Osservando che «le parole negative del sindaco contribuiscono a danneggiare i cittadini Lgbt, anche perché incoraggiano tacitamente altri ad imitare quel discorso discriminatorio».

In ogni caso, i giudici dell’orwelliano tribunale si sono mostrati moderati perché gli accusatori del sindaco di Emo aspiravano non ai 10.000 dollari» poi stabiliti, ma ad oltre 50.000.

Il corso che McQuaker dovrà frequentare sarà organizzato dalla Commissione per i diritti umani dell'Ontario e si chiama Human Rights 101. Nella sentenza si specifica che i tre condannati dovranno fornire la prova del completamento della rieducazione di Stato e questo rivolgendosi direttamente al Borderland Pride.