Leonardeschi a Pavia
I seguaci del grande Leonardo protagonisti di una grande mostra che racconta, attraverso il loro lavoro, l’arte in Lombardia dalla seconda metà del XV secolo al principio del secolo immediatamente successivo.
Nel 1482 Leonardo lasciò Firenze per Milano, attratto dalla vivacità culturale della corte di Ludovico il Moro. Il suo arrivo fu preceduto da una lettera in cui il genio fiorentino elencò, personalmente allo Sforza le proprie capacità, promuovendo se stesso, innanzitutto, quale abile ingegnere, militare, idraulico e civile, e accennando solo in ultima battuta alle sue potenzialità artistiche. Eppure, come è noto, dopo di lui, dopo la Vergine delle Rocce, il cartone con S. Anna, la Dama con l’ermellino e il Cenacolo di S. Maria delle Grazie, nulla fu più come prima.
La portata rivoluzionaria della sua pittura è riscontrabile, soprattutto, nell’opera di quegli artisti che accompagnarono e seguirono la sua esperienza milanese, suddivisa in due imprescindibili soggiorni, dal 1482 al 1499 e dal 1508 al 1513. Essi saranno protagonisti di una grande mostra a Pavia che racconta, attraverso il loro lavoro, l’arte in Lombardia dalla seconda metà del XV secolo al principio del secolo immediatamente successivo.
Il progetto prevede il confronto tra i Leonardeschi presenti nelle collezioni civiche pavesi e un nucleo importantissimo di dipinti lombardi in prestito dall’Ermitage di San Pietroburgo. Da qui provengono anche alcune parti di un polittico realizzato da Vincenzo Foppa, il pittore che dominava la scena milanese quando, inaspettatamente, vi comparve Leonardo. Foppa e Ambrogio Bergognone, suo principale allievo, sono il punto di partenza del percorso espositivo che presenta, sala per sala, tutte le personalità artistiche fiorite al contatto con il Maestro da Vinci, valorizzando, di ciascuna, le peculiarità e le diverse caratteristiche tramite il dialogo che l’allestimento instaura tra le opere locali e quelle provenienti dal museo russo.
Cesare da Sesto, Boltraffio, Francesco Melzi, Giampietrino e Bernardino Luini, con la sua bottega, sono documentati a Pavia con opere di altissimo livello e grande poesia che dimostrano quanto sia stato importante e fondamentale per la comprensione di questa stagione artistica la rivalutazione, da parte della critica del secolo scorso, del fenomeno dei Leonardeschi. A loro, infatti, spettò l’arduo compito di assorbire, in terra lombarda, l’onda d’urto di Leonardo, assimilandone la lezione - la tecnica dello sfumato e la volontà di riprodurre i moti dell’anima - per rielaborarla, poi, in modo dinamico, originale e non semplicemente ripetitivo.
LEONARDESCHI
Da Foppa a Giampietrino: dipinti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e dai Musei Civici di Pavia
Pavia, Castello Visconteo
20 marzo – 1° luglio 2011
Orario:da martedì a venerdì 10 – 14/ 15-18
sabato e domenica 10 – 14/15 -19 chiuso lunedì
ingresso: intero € 8; ridotto € 6
info: 0382/33853