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ECOLOGISMO

Le nozze con l’albero e altre follie. Ma una risposta c’è

Kate Cunningham ha sposato un albero in un parco inglese per sostenere la campagna contro il disboscamento. La trovata è simbolica, ma accade in un contesto in cui si è passati dall’abuso del potere che Dio ha donato all’uomo per usufruire del creato, all’idolatria del creato, a discapito della persona. L’ecologismo di Greta nasce da questo errore, fondato su aspetti parziali. La soluzione? Recuperare un’autentica visione cristiana del creato, insita nella Parola di Dio.

Creato 15_09_2019

Ha sposato il suo albero. Kate Cunningham lo ha fatto per sostenere la campagna ecologista contro il disboscamento. Pare solo una protesta, ma il fatto che alla cerimonia nel parco inglese di Rimrose Valley abbiano preso parte diversi parenti e amici della ragazza, vestita per l’occasione di verde e bianco, la dice lunga sulle follie ambientaliste: «Il mio figlio più grande inizialmente era imbarazzato, quando gli ho detto che lo avrei fatto, ma ora ha deciso di venire alla cerimonia. Per lui esserci significa molto. Mio padre mi ha sostenuta parecchio», ha dichiarato Cunningham. La trentaquattrenne, che soffre d’asma, cambierà il suo cognome in Elder (Sambuco), chiarendo che «inizialmente era solo un’idea. Poi abbiamo deciso che l’avremmo fatta accadere. È un grande giorno per il quale tutta la comunità locale si è riunita. È il nostro giorno».

Certamente la trovata è simbolica, ma è chiaro che avviene in un contesto dove tutto è possibile e dove il bisogno dell’uomo di un giusto rapporto con il creato si è trasformato in una idolatria pericolosa. Il messaggio che ne esce è infatti quello in cui si mette la natura, in questo caso la foresta, sullo stesso piano (se non più alto) dell’uomo. Il che non è affatto privo di conseguenze se c’è anche chi pensa davvero che le piante siano migliori degli uomini, tanto da soffrire di dendrofilia, sindrome che colpisce chi si sente sessualmente attratto dagli alberi.

Esattamente come Emma McCabe, 31 anni, che dopo diversi rapporti disastrosi con gli uomini ha espresso il desiderio di sposarsi davvero con un albero. In un’intervista dell’ottobre 2017 con la rivista Closer, la giovane raccontò il suo amore per un albero da lei nominato Tim: «I miei sentimenti – rivelò – sono genuini. Ho avuto fidanzati, ma nessuno come Tim. Sono innamorata e vorrei sposarmi. Guardo gli altri alberi, ma non li tocco perché non vorrei tradirlo. Il mio albero soddisfa le mie esigenze emotive e fisiche. Raggiungo l’eccitazione attraverso lo sfregamento contro la sua corteccia nuda e mi piace la sensazione delle sue foglie sulla pelle. Ho rapporti con lui ogni settimana, sono i migliori che abbia mai avuto».

Forse questo è l’estremo di un clima generale, ma lo squilibrio è evidente ovunque ormai. Basti pensare alla nuova moda dello “Shinrin-yoku” (“Bagno nella Foresta”) per cui esistono personal trainer che per ridurre lo stress portano interi gruppi di persone nelle foreste a prendere la pioggia e ad abbracciare gli alberi. Perché, come spiega il Corriere della Sera, alcuni studi dimostrano che questa pratica è capace di ridurre il livello dello stress. Per lo stesso motivo, esistono persone devote alla nuova disciplina della Silvoterapia, che consiste nell’abbracciare un albero per sentirsi meglio e i cui effetti terapeutici si otterrebbero appoggiandosi con la schiena al tronco mettendo la mano destra nella zona del plesso solare e la sinistra fra i reni e l’albero stesso, respirando profondamente per acquisire energia. Secondo la Biofilia, poi, basterebbe osservare un paesaggio naturale anche in fotografia per aprire i propri orizzonti combattendo la negatività.

Tutto questo accade in un mondo che, avendo dimenticato Dio, cerca risposte in aspetti parziali della vita generando idoli. Infatti, non è che non ci sia del vero in queste pratiche (certamente il contatto con la natura edifica l’uomo e sappiamo bene che la vita moderna ci ha privato di un rapporto con il creato necessario per rintracciare una bellezza e un ordine tali da farci immediatamente comprendere la bontà di un Creatore che ha posto tutto in ordine per l’uomo), ma fare di un aspetto il tutto genera errori enormi, che infatti sono verità impazzite, come diceva Chesterton.

È da qui che nasce l’ecologismo di Greta che sta diffondendo terrore fra i giovani, ingannando persino i cattolici (spesso responsabili nell’assecondare la menzogna ecologista), e che produce le mode sopra descritte. Si è infatti passati dall’abuso del potere che Dio ha donato all’uomo per usufruire del creato (anche potenziandone le risorse) all’idolatria del creato che ora sarebbe intoccabile e per cui la persona deve essere sacrificata sull’altare del Green. È così che quest’ultima posizione, invece che risolvere il problema dell’abuso del creato, ne ha generato uno peggiore: l’abuso dell’uomo sull’uomo. Chi lo spiegò fu papa Benedetto XVI in visita al Bundestag tedesco: «Direi che la comparsa del movimento ecologico […] è stata e rimane un grido che anela all’aria fresca, un grido che non si può ignorare né accantonare, perché vi si intravede troppa irrazionalità. Persone giovani si erano rese conto che nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va; che la materia non è soltanto un materiale per il nostro fare, ma che la terra stessa porta in sé la propria dignità e noi dobbiamo seguire le sue indicazioni… Quando nel nostro rapporto con la realtà c’è qualcosa che non va, allora dobbiamo tutti riflettere seriamente». Ma aggiunse: «Vorrei però affrontare con forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi  come ieri: esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere».

Per questo non hanno scuse quei cattolici che invece che ritrovare l’equilibrio nella Parola di Dio (nella Genesi si legge che quando Dio creò l’uomo e la donna disse: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela…e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Poi disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo») seguono chi lo vuole rompere a discapito della dignità della persona. Infatti, nel mondo del diktat ecologista, in cui l’ambiente è un dio e in cui le persone provano benessere nell’abbracciare le piante, potendo dichiarare di avere rapporti con gli alberi senza che il fatto susciti scandalo, l’emergenza più grande non può essere l’inquinamento, ma la perdita di ogni decenza e dignità umana.