Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L’insegnamento

Le anime del Purgatorio e la loro intercessione per noi

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Il Catechismo e i santi insegnano che non solo noi possiamo offrire Messe e preghiere per abbreviare le pene delle anime purganti, ma queste stesse anime intercedono per noi, ottenendoci grazie corporali e spirituali.

Ecclesia 02_11_2023

Come ogni anno, il 2 novembre ci richiama con particolare forza al legame esistente tra noi pellegrini sulla terra e le anime dei fedeli defunti che si stanno purificando in Purgatorio. Una verità che la costituzione dogmatica Lumen Gentium, ripresa nel Catechismo, descrive così: «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac 12,46), ha offerto per loro anche i suoi suffragi». Questa verità fondamentale – “completata” dalla comunione esistente con la Chiesa trionfante (a cui ci richiama la solennità di Tutti i Santi), ossia già in Cielo – si interseca ad un’altra verità, anch’essa di grande importanza.

Com’è vero, infatti, che le Messe, le preghiere e altre opere di pietà in favore dei fedeli defunti (quindi, salvi dall’Inferno) aiutano questi ultimi a giungere prima alla visione di Dio, è altrettanto vero che le stesse anime purganti possono ricambiare questi piccoli o grandi gesti di amore, intercedendo per noi che ci troviamo ancora nello stato di viatori. Lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 958, dopo aver citato il suddetto passaggio della Lumen Gentium, aggiunge infatti: «La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore».

Nel libro Chi morrà, vedrà… Il Purgatorio e il Paradiso, il servo di Dio don Dolindo Ruotolo (1882-1970), che ha nutrito sempre una grande pietà per le anime purganti, spiega estesamente il medesimo concetto: «La sollecitudine di suffragare le anime del Purgatorio non è per noi solo un dovere di giustizia e di carità, ma è anche un grande beneficio, perché le anime del Purgatorio ci sono grate al sommo, dei sollievi che loro doniamo, e ci proteggono. Se noi mortali, che siamo tanto imperfetti, sentiamo il bisogno di essere grati, e di rispondere con un beneficio o una cortesia a chi ci dona qualche cosa, anche piccola, per amore, le anime del Purgatorio, che sono sante e nobilissime, perché sono già predestinate ad essere cittadine del Paradiso, con quanto amore e gratitudine risponderanno ai benefici che loro facciamo avvicinandole al possesso di Dio, del quale hanno fame e sete abbreviando il tempo delle loro ineffabili pene, e facendo più facilmente conquistare loro l’eterna felicità! Se noi col suffragio preghiamo per loro, esse certamente ci rispondono pregando per noi. Non hanno la possibilità di meritare, perché per loro è finito il tempo della vita terrena, ma, come amiche di Dio, hanno la possibilità di pregare, e logicamente pregano con preferenza per quelli che le beneficano».

Don Dolindo aggiunge che l’intercessione delle anime del Purgatorio procura sia grazie corporali che spirituali, perché nello stato in cui si trovano – quello appunto di anime che stanno espiando i propri peccati e sanno ormai con estrema chiarezza che la vera felicità, propria e altrui, consiste nel possesso di Dio – provano una particolare compassione per noi. Questo perché, scrive il grande mistico di Napoli, «anche esse sono state pellegrine sulla terra, anche esse hanno conosciuto i pericoli che vi s’incontrano per l’anima, e le pene che vi si soffrono per il corpo, ora chi si trova nello stato di perfetta carità ed è beneficiato da uno della terra, sente il bisogno di soccorrerlo tanto più efficacemente, quanto più è in grado di compatirlo. Per questo le anime del Purgatorio non solo pregano efficacemente per quelli che le suffragano, ma, col permesso di Dio, intervengono personalmente nei nostri pericoli e nei nostri dolori». Don Dolindo fa alcuni esempi di questi interventi straordinari. E si sofferma anche, a riprova della realtà del Purgatorio, sulle lunghe manifestazioni, avvenute dal 2 settembre 1918 al 9 novembre 1919, di un’anima purgante (un sacerdote) al monastero delle clarisse di San Leonardo a Montefalco, nella Diocesi di Spoleto; manifestazioni accertate attraverso un processo canonico (più di 200 pagine di atti) ordinato dall’allora arcivescovo di Spoleto, mons. Pietro Pacifici, con la raccolta delle deposizioni di svariati testimoni.

Questa pietà verso le anime purganti è bene coltivarla già da piccoli e a questi trasmetterla. Al riguardo si può ricordare l’esempio di un santo adolescente come Domenico Savio (1842-1857), il quale, dopo aver ottenuto il permesso di accostarsi alla Comunione quotidiana, offriva l’Eucaristia del giovedì con il fine di liberare le anime del Purgatorio.

Tra coloro che già nel corso della vita terrena hanno avuto da Dio il dono di visitare il Purgatorio c’è santa Faustina Kowalska (1905-1938), lì condotta dal proprio angelo custode. Nella prima descrizione fornita al riguardo nel suo Diario, suor Faustina fa tra l’altro un cenno alla misericordia della Madre celeste, che non dimentica certo questi suoi figli: «Scorsi la Madonna che visitava le anime del Purgatorio. Le anime chiamano Maria “Stella del Mare”. Ella reca loro refrigerio». E per la misericordia di Dio, che desidera che queste anime si purifichino il prima possibile per entrare nella gloria eterna, santa Faustina fu più volte visitata da anime purganti che le chiedevano suffragi (ciò avviene appunto solo per una grazia divina, che è cosa ben diversa dall’inganno in cui cadono quanti, di propria iniziativa, si rivolgono a medium e altri imbroglioni per entrare “in contatto” con un defunto).

Vale la pena menzionare, tra le tante perle del suo Diario, una delle illuminazioni che la santa polacca ebbe durante gli esercizi spirituali del gennaio 1934. «Una seconda illuminazione [la prima concerneva la superbia, ndr] riguarda il parlare. Talvolta parlo troppo. Per una faccenda che si potrebbe sbrigare con due o tre parole, io impiego troppo tempo. Gesù invece desidera che quel tempo l’adoperi per piccole preghiere con indulgenza per le anime del Purgatorio». Oggi è l’occasione per riscoprire queste preghiere e conservarne la pratica, per quanto possibile, anche nel resto dell’anno. Senza dimenticare le ampie possibilità, tra l’1 e l’8 novembre (vedi a questo link per le condizioni), di lucrare indulgenze plenarie per i defunti. Nostro Signore e le anime purganti ne saranno felici.



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