La UE sacrifica gli embrioni
Nonostante il parere contrario della sua Commissione giuridica, il Parlamento europeo ha approvato i finanziamenti previsti dal progetto “Horizon 2020”. Via libera, dunque, in molti paesi, all'ennesima strage degli innocenti.
Lo scorso 28 novembre la Commissione Industria Ricerca ed Energia del Parlamento europeo ha espresso parere positivo al finanziamento per la ricerca sugli embrioni e su cellule staminali embrionali all’interno del programma quadro settennale che inizierà il 2014 chiamato “Horizon 2020”. L’approvazione è stata plebiscitaria: 55 voti a favore, nessun contrario e un solo astenuto. La proposta, messa a punto dalla socialista spagnola Teresa Riera Madurell, ha incassato i voti favorevoli persino dei Popolari. I finanziamenti non potranno essere erogati a quegli enti la cui normativa nazionale vieta simili sperimentazioni (come ad esempio l'Italia).
La decisione della Commissione Industria appare in netto contrasto con il contenuto di una relazione, approvata a larga maggioranza lo scorso 18 settembre in seno alla Commissione giuridica del Parlamento europeo, del popolare polacco Piotr Borys la quale denunciava i rischi anche giuridici di erogare finanziamenti per simili ricerche, relazione che prevedeva molti emendamenti al programma quadro “Horizon 2020”.
Tutta la battaglia si è concentrata sul paragrafo 14 dell’art. 16 del Regolamento UE così come proposto dalla Commissione europea: “Si può finanziare la ricerca sulle cellule staminali umane, sia adulte sia embrionali”. La proposta invece di Borys approvata dalla Commissione giuridica recita: “Può esser finanziata la ricerca su altri tipi di cellule staminali umane” rispetto alle embrionali, ed esclude esplicitamente dai finanziamenti “la ricerca che implichi la distruzione di embrioni umani; e la ricerca che utilizzi cellule staminali embrionali umane”. Chiude affermando che “è opportuno che la Commissione sostenga attivamente la ricerca volta a sviluppare alternative alle cellule staminali embrionali”.
Come andrà a finire? Per scoprirlo occorre comprendere come funzionano alcuni organismi dell’UE in merito a questa vicenda. La Commissione europea tra gli altri suoi compiti assegna fondi tra cui appunto quelli destinati ad “Horizon 2020”. Il Consiglio europeo, che definisce orientamenti e le priorità politiche generali dell'UE, ha approvato tali finanziamenti. Affinchè l’approvazione possa essere definitiva occorre il placet del Parlamento europeo, il quale demanda l’analisi delle varie problematiche alle sue differenti commissioni interne. Il parere di Piotr Borys approvato dalla Commissione giuridica – per nulla vincolante ma solo orientativo - è dunque arrivato alla Commissione industria che però lo ha scartato. Essendo dunque Parlamento e Consiglio concordi sul progetto “Horizon 2020” della Commissione europea pare che la questione sia chiusa.
Qualcuno potrà avere il nobile proposito di appellarsi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea facendo riferimento alla sentenza della stessa Corte dell’ottobre 2011 che escludeva la brevettabilità di quelle scoperte che comportano la distruzione degli embrioni. Ma, come abbiamo spiegato in un articolo della Bussola del 20 ottobre 2011 (“La UE salva l’embrione ma solo a metà”), la Corte non vieta né la ricerca né i finanziamenti per fare ricerca. L’unica cosa che vieta è il lucro derivanti da queste sperimentazioni. Ciò in ottemperanza alla Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
Dobbiamo perciò concludere che dopo i recenti finanziamenti UE ad organizzazioni abortiste come l’International Planned Parenthood Federation (IPPF) e la Marie Stopes International, ecco che per l’Unione Europea, se non ci saranno imprevisti colpi di scena, si aprirà l’ennesima occasione di spendere i soldi dei contribuenti europei per sopprimere vite innocenti.