La tragedia del conte Ugolino VIDEO
Nel lago Cocito Dante vede ad un certo punto due anime: il conte Ugolino della Gherardesca e l’Arcivescovo Ruggeri. La storia è peraltro assai nota, anche se non certa e soggetta a molteplici versioni. Siamo nella Pisa della seconda metà del Duecento.
Il conte Ugolino, personaggio di spicco della politica pisana, momentaneamente lontano dalla città e accusato da taluni di aver venduto dei castelli pisani alla Sardegna, viene richiamato in patria a tradimento dall’arcivescovo Ruggeri, suo avversario politico, con il pretesto di trovare un accordo. In realtà, è rinchiuso nella torre della Muda assieme a due figli e a due nipoti già grandi, che moriranno ad uno ad uno per fame. In estrema sintesi questa è una delle possibili ricostruzioni storiche.
Dante cambia le vicende storiche e modifica due dati elementari del racconto: in primis i coprotagonisti della tragedia della Torre della Muda diventano tutti figli del conte Ugolino; in secondo luogo non sono adulti, come nella storia reale, ma bambini. L’effetto prodotto è forte, perché il lettore coglie nelle vicende un’ingiustizia e una violenza ancor più biasimevoli.
Il racconto si soffermerà su quanto nessuno conosce, gli ultimi giorni trascorsi là all’interno della torre, proprio come nella storia di Ulisse, in cui l’attenzione è tutta focalizzata sull’ultimo viaggio e sulla morte ivi trovata dall’eroe greco e dai suoi compagni.