La scomunica "glaciale" di Urbano V
Inverno 1363: per evitare che la gente cadesse nel Rodano ghiacciato il Papa minaccia sanzioni spirituali. Vero o no, è una parabola per i tempi attuali.
Nell'inverno 1363 ad Avignone, divenuta sede papale da mezzo secolo, si scatenò un freddo così rigido da ghiacciare il Rodano redendolo percorribile persino a bordo di carri, ma a proprio rischio e pericolo (magari qualcuno si divertiva anche a pattinare sul ghiaccio, come nel celebre dipinto di Bruegel).
A scongiurare tragiche eventualità provvide Urbano V (al secolo Guillaume de Grimoard, eletto pochi mesi prima e beatificato cinque secoli dopo) con un apposito decreto: l'aneddoto è narrato da Jd Flynn su The Pillar, il quale precisa che la vicenda è «forse apocrifa» – e tuttavia estremamente significativa. In breve, il Pontefice aveva ripetutamente messo in guardia la gente dall'avventurarsi a piedi o su ruote, rischiando di annegare qualora il ghiaccio avesse ceduto sotto il peso di carri e pedoni (e già ne morivano in tanti per via di quel rigido inverno). Restando inascoltato ricorse alle sanzioni spirituali, minacciando la scomunica latae sententiae a chi si fosse avventurato sul fiume ghiacciato.
Sollecitudine per i corpi oltre che per le anime, che oggi verrebbe considerata di certo eccessiva. Semmai oggi, a venir scomunicati, sarebbero quelli che mettono in guardia: "Attenti, badate a non cadere nel fiume". Indietristi, senza dubbio.