Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Adamo ed Eva a cura di Ermes Dovico
ARGENTINA

La santa alleanza di Milei: anarcocapitalismo e giudaismo chassidico

Ascolta la versione audio dell'articolo

Il neo presidente argentino Milei ha una solida alleanza con un potente movimento giudeo chassidico che sarà molto importante per ammortizzare le reazioni che provocherà nella comunità argentina il cambiamento inevitabile, ma preoccupante, che ricadrà su gran parte della popolazione.

Esteri 02_12_2023 Español

Nel nostro precedente articolo, Libertario antiaborto, ma senza giustizia sociale: Milei è un paradosso, mostravamo il grande impatto che ha causato appena una settimana fa l'elezione di Javier Gerardo Milei - economista di professione fe outsider della politica argentina - come presidente della Nazione, obiettivo che ha raggiunto in soli due anni di campagna, la quale si è basata su due assi principali: la promozione dell'anarcocapitalismo libertario come progetto politico e la predicazione provita, assolutamente contraria all'aborto e alla sua legalizzazione. 

Come sottolineavamo nel nostro articolo, in sostanza l'anarcocapitalismo costituisce la rivendicazione del capitalismo ultraliberale come sistema politico ed economico, la riduzione dello Stato alla sua minima espressione come espressione istituzionale, insieme al rifiuto e alla condanna della giustizia sociale («aberrazione») come principio e fondamento dell'organizzazione sociale ed economica della comunità umana. Un capitalismo ultraliberale totalmente contrario alla Dottrina sociale della Chiesa, ma che, come mostra il risultato elettorale, è stato votato in massa non solo da gran parte della popolazione povera del paese, ma anche da fedeli credenti (cattolici ed evangelici) insieme a settori nazionalisti della società. 

Ma in questa prima settimana postelettorale si è visto con quanta difficoltà il presidente eletto sta cercando di armare il suo gabinetto di governo, con marce e contromarce che portano al molto possibile rinvio dei suoi due cavalli da battaglia più proclamati - la dollarizzazione dell'economia e la chiusura della Banca centrale argentina (rinunciando alla sovranità monetaria) e l'improvvisazione di candidati a incarichi ministeriali, che in diversi casi si sono dimessi prima di assumere l’incarico. Un'ulteriore dimostrazione della miseria che caratterizza dagli ultimi decenni la "democrazia" argentina: la voglia di vincere le elezioni e di essere governo, ma senza alcun obiettivo strategico o di pianificazione a breve, medio e lungo termine. Il che ha portato a ogni tipo di corruzione e negoziati nel pubblico impiego, con la conseguente prostituzione e profanazione della politica. 

Nonostante gli inconvenienti che abbiamo menzionato, e altri che hanno portato Milei a rimandare due viaggi decisi, uno negli Stati Uniti e l'altro in Israele, l'eletto presidente ha fatto un passo che avrà grande importanza e proiezione nella politica argentina, sia a livello nazionale che internazionale.  

Sabato sera, 25 novembre, si è recato in una sinagoga situata a Balvanera (uno dei quartieri che fanno parte della città di Buenos Aires), per partecipare alla Havdalah, la tradizionale cerimonia ebraica che si celebra dopo il Sabbath (sabato), il giorno sacro del giudaismo, perché in esso simboleggia il fine del sabato e l'inizio della nuova settimana. Durante la cerimonia, Javier Milei ha ricevuto la benedizione di un noto rabbino kabbalista e maestro, David Hanania Pinto Shlita, discendente di un'importante dinastia marocchina, che viaggiava per il mondo forgiando nuove comunità ebraiche e consolidando quelle già esistenti. 

Va notato che Javier Milei si riconosce cattolico, ma negli ultimi anni si è dedicato allo studio della Torah, sotto la guida del rabbino Shimon Axel Wahnish, al punto di pensare di cambiare la sua fede, in un cammino spirituale totalmente personale. Frutto di questa esperienza personale è anche la sua devozione per un famoso rabbino di origine ucraina, Menachem Mendel Schneerson, leader importantissimo del movimento chassidico Jabad-Lubavicht, morto negli Stati Uniti nel 1994, la cui tomba il presidente eletto ha già visitato in precedenza e che intende nuovamente visitare nel futuro viaggio negli Stati Uniti. 

Inoltre, il rabbino Tzvi Grunblatt, leader del movimento chassidico in Argentina e con forti legami internazionali, ha messo in contatto negli ultimi mesi l'allora candidato presidenziale con importanti imprenditori argentini che sono membri del movimento, come Eduardo Elztain e Hugo Sigman. Quest'ultimo è il proprietario del business dei vaccini in Argentina, e in pratica è il signore e padrone del Ministero della Salute nazionale e di tutte le attività commerciali che si sono generate nelle ultime quattro presidenze argentine, mentre il primo di questi è stato il più grande imprenditore di semi di soia in Argentina e proprietario di grandi catene di centri commerciali e supermercati nel paese. Entrambi con eccellenti relazioni politiche e commerciali con i governi kirchnerista e macrista, al di là delle dispute politiche tra le due fazioni rivali. Perché entrambi non cambiano mai schieramento, sono sempre oficialisti. 

Questi mesi saranno estremamente complicati in Argentina, perché alla necessità di cambiamenti strutturali imprescindibili si aggiunge l'ambizione vorace, crudele, smisurata e senza cuore di forti settori economici e finanziari che pretendono di far cadere sulle spalle del popolo argentino tutto il peso dell'aggiustamento previsto dal presidente eletto. 

Con la Chiesa cattolica inesistente in ambito politico, frutto della mediocrità e della stoltezza che in questi ultimi anni caratterizza la gerarchia ecclesiastica (nazionale e vaticana), non è affatto insignificante il sostegno politico e religioso che Javier Milei ha saputo coltivare, impregnato di una mistica spirituale che può essere affrontata solo con una spiritualità superiore, di cui oggi la dirigenza politica argentina è totalmente priva. 

In sintesi, per concludere, solo Dio sa dove andrà questo processo politico che è iniziato in Argentina, che sarà sicuramente complesso, molto complicato e doloroso.