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VERSO GLI ESAMI DI STATO / 3

La prima prova: le modifiche negli anni e i grandi esclusi

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La prima prova degli Esami di Stato è comune a tutti gli orientamenti scolastici. Oggi lo studente può scegliere tra tre tipologie di scritto di Italiano. Gli autori scelti dal Ministero dal 1999: una selezione troppo ridotta.

Cultura 19_05_2025

Delle tre prove che sosterranno gli studenti a giugno per conseguire il diploma due sono comuni a tutti gli orientamenti scolastici: la prima prova (ovvero lo scritto di Italiano) e la prova orale. La seconda prova dipenderà invece dall’ordine di scuola (liceo, istituto tecnico o professionale) o dagli indirizzi di studio (ad esempio classico, scientifico, ecc. per quanto riguarda il liceo).

Fino al 1998 lo studente aveva la possibilità di scegliere tra quattro temi: tre comuni a ogni ordine di scuola e uno che dipendeva dall’ordine e indirizzo. Nel 1999 entrò in vigore la riforma degli Esami varata nel 1997: da allora il voto non fu più espresso in sessantesimi, ma in centesimi. Il tema venne sostituito da quattro tipologie: la A (l’analisi di testo), la B (la stesura di un articolo di giornale o di un saggio breve a partire da documenti proposti), la C (il tema di storia), la D (il tema di attualità e di riflessione). Per vent’anni non venne modificata questa impalcatura, fino al 2019, quando le tipologie divennero solo tre: furono eliminati i saggi/articoli di giornale e il tema di storia.

A partire dal 2019 la prima prova scritta, comune a tutti gli indirizzi, propose le tipologie A (Analisi e interpretazione di un testo letterario), B (Analisi e produzione di un testo argomentativo), C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, ovvero il tradizionale tema). In sintesi rimasero l’analisi di testo e il tema di riflessione-attualità, mentre fu introdotta un’altra tipologia: una sorta di comprensione di un testo di carattere non letterario con la richiesta di stendere poi una produzione (un minitema) sull’argomento. Tre sono le proposte per la tipologia B, una delle quali è senz’altro di tipo storico e sostituisce il tema storico, mentre le altre riguardano argomenti che possono variare (economia, cultura, società, lingua, ecc.).

La tipologia C si è leggermente modificata: la riflessione viene proposta a partire da un brano abbastanza lungo di un autore o psicologo o storico o, più in generale, intellettuale, con cui lo studente si deve confrontare per maturare la propria opinione seguendo la traccia. Prima del 1999 i temi di riflessione erano più brevi e le citazioni, quando comparivano, erano più sintetiche.

La tipologia A rimase invariata, ma dal 2019 il Ministero ha proposto due possibilità: due autori importanti e di solito studiati a scuola, differenti per genere (ad esempio uno in poesia e l’altro in prosa) o dal punto di vista cronologico (ad esempio un autore di fine Ottocento o di inizio Novecento e l’altro più contemporaneo). Le indicazioni sono che gli autori proposti appartengano all’arco temporale che si dispiega dall’Unità d’Italia a oggi: in pratica da Verga e Carducci in poi.

Se conduciamo una statistica sugli autori scelti per l’analisi di testo dal 1999, scopriamo che la selezione degli autori è stata davvero ridotta. Ecco i numeri. In vetta si trova Giuseppe Ungaretti, scelto per ben cinque volte: nel 1999 la poesia I fiumi, nel 2006 L’isola, nel 2011 Lucca, nel 2019 Risvegli, nel 2024 Pellegrinaggio. In seconda posizione Montale, scelto per ben tre volte: La casa sul mare nel 2004, Ripenso il tuo sorriso nel 2008, il brano Ammazzare il tempo (dalla raccolta Auto da fé) nel 2012. A seguire troviamo due volte il Paradiso, due volte Pirandello, una volta Saba, Pavese, Quasimodo, Pascoli, Verga, Primo Levi, Svevo, Magris, Eco, Caproni, ecc. 

Anche per i non addetti ai lavori emergono alcune considerazioni. La selezione avviene solo sul Novecento. Non tragga in inganno la presenza di Verga e Pascoli che vennero assegnati nel 2022, quando si ritornò alla prova scritta di Italiano dopo la pandemia e il Ministero fu costretto ad assegnare autori che erano stati senz’altro studiati in tutte le scuole d’Italia, in quanto la didattica a distanza (Dad) aveva provocato decurtazioni nei programmi e rallentamenti nei percorsi didattici.

Vi sono dei grandi esclusi del secolo scorso: D’Annunzio su tutti. Perché Saba e Quasimodo sì, D’Annunzio no? Non certo ragioni artistiche possono motivare questa illustre esclusione, casomai motivazioni moralistiche o ideologiche. Per caso, il peso di Saba nella nostra storia letteraria e della cultura può essere paragonato a quello di D’Annunzio? Montale, che mostrò dalla prima raccolta Ossi di seppia (1925) fino a Satura (1971) il suo antidannunzianesimo, era ben conscio della necessità di attraversare quell’autore per capire la nostra epoca e la letteratura contemporanea.

Dalle proposte del Ministero la letteratura italiana del Novecento appare ridotta, povera e scarna. Perché non ricordare agli studenti che abbiamo tanti altri scrittori importanti, come ad esempio: Guido Gozzano, Ada Negri, Dino Buzzati, Federico Tozzi, Angelo Gatti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Giovannino Guareschi, Pier Paolo Pasolini, Clemente Rebora, Carlo Emilio Gadda, Carlo Betocchi, Giovanni Testori, Mario Luzi, Alda Merini, Andrea Zanzotto e Grazia Deledda (Premio Nobel per la letteratura 1926)?

In base alla mia esperienza di insegnante e di commissario da trent’anni, mi sento di confermare tutti gli studenti sul fatto che chi ha affrontato con impegno e studio il percorso letterario, incontrando i maggiori autori del Novecento, può senz’altro affrontare la tipologia A (qualsiasi sia l’autore proposto) anche nel caso in cui non l’abbia mai incontrato nel corso del quinto anno. Per quali ragioni? Perché la prova fornisce un testo in prosa o in poesia. Lo studente deve rispondere a domande di comprensione e di analisi (a cui un ragazzo che ha acquisito le basi dell’analisi letteraria sa rispondere) e svolgere un approfondimento o interpretazione, cioè una produzione su un tema presente, avvalendosi di altri autori incontrati e studiati che affrontano la stessa tematica.

Per questo motivo non ritengo opportuno che gli studenti si preoccupino troppo di prevedere gli autori che potrebbero comparire nelle tracce. Ad ogni modo, per rispondere alla domanda di quanti si chiedono chi sarà proposto quest’anno (tototema 2025), la settimana prossima avanzerò alcune ipotesi.



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