La preghiera in tasca
Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». (Mt 6,7-15)
Papa Francesco invita a tenere la Bibbia in tasca, o almeno il Vangelo. Si può aggiungere: almeno la preghiera del Padre nostro: in tasca, nel cuore, sulle labbra. Se ogni mattina usciamo di casa pronunciando questa preghiera, cambia il senso della vita. Cambia la coscienza di noi stessi, ritrovandoci figli e fratelli. Si rinnova il senso di responsabilità di fronte al lavoro e al compito che abbiamo. Rinasce il rapporto con il prossimo, con familiari e colleghi. Cominciamo (ricominciamo!) oggi.