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Migrazioni
a cura di Anna Bono
Africa

La Mauritania contro l’emigrazione illegale

Scoperte in Mauritania decine di organizzazioni di contrabbandieri di uomini che portavano in Europa migliaia di emigranti illegali africani lungo la rotta atlantica

Migrazioni 02_01_2021

I mass media africani hanno dato risalto nei giorni scorsi alla notizia che a dicembre la Mauritania ha scoperto più di 30 organizzazioni coinvolte nell’emigrazione illegale e ha rimpatriato circa 4.000 persone in diversi paesi dell’Africa occidentale. La Mauritania è uno dei paesi da cui partono gli africani che intendono raggiungere l’Europa illegalmente. Negli ultimi mesi, per eludere i maggiori controlli nel Mediterraneo ed evitare i rischi di una sosta anche prolungata in Libia, molti più emigranti hanno scelto di percorrere la rotta Atlantica, partendo dal Senegal e soprattutto dalla Mauritania, diretti all’arcipelago delle Canarie che sono una comunità autonoma spagnola. Sono migliaia gli emigranti, soprattutto provenienti dal Mali e dal Senegal, che ogni anno entrano illegalmente in Mauritania nonostante che Mauritania e Spagna abbiano stipulato una serie di accordi a partire dal 2003 per controllare le coste e ostacolare l’emigrazione illegale. La città portuale di Nouadhibou è il principale punto di partenza e ospita un grande centro di detenzione, motivo per cui è stata soprannominata “Guantanamito”. Gli accordi tra i due paesi prevedono anche che gli emigranti sbarcati alle Canarie, originari della Mauritania e di altri stati africani, possano essere riportati in Mauritania e da lì eventualmente rimpatriati. Da metà 2019 a metà  marzo 2020 nove voli aerei hanno riportato in Africa centinaia di persone. Lo scoppio della pandemia ha creato problemi, ma le operazioni di rimpatrio dei mauritani sono continuate. Mentre contrasta l’emigrazione illegale, la Mauritania ospita decine di migliaia di rifugiati: 65.480, secondo le stime più recenti, in gran parte in fuga dal Mali.