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A TRASTEVERE

La Madonna de’ Noantri, storia di una festa che affascina

Tradizione popolare, storia, fede, arte: tutto ciò converge nella statua della “Madonna Fiumarola”, ritrovata alla foce del Tevere nel 1535. In suo onore i trasteverini celebrano dagli anni Venti del XX secolo una festa speciale, detta “de’ Noantri” (di noialtri), con una solenne processione il sabato successivo alla Madonna del Carmelo, che richiama i romani da altri quartieri: uniti da un’identità comune, sotto il manto di Maria.

Ecclesia 16_07_2021

Un vestito splendente, di colore bianco, rigorosamente di seta e ricamato con stelle di cristalli di rocca e d’oro. Il velo, in chiffon, rende tutto elegante, leggero. A vederla, la statua della Vergine del Carmelo, custodita nella chiesa romana di Sant’Agata in Trastevere, sembra una nuvola. È una nuvola lucente che brilla come solo Maria riesce a fare. Mentre guardi quella statua, quel volto, riecheggiano nella mente i versi: «T’incoronano dodici stelle, ai tuoi piedi hai l’ali del vento e la luna si curva d’argento: il tuo manto ha il colore del ciel. Bella tu sei qual sole, bianca più della luna, e le stelle più belle non son belle al par di te”.

Ogni anno, a luglio, a Roma, il quartiere di Trastevere vive un’aura del tutto particolare. Il tempo sembra fermarsi e le tradizioni popolari - quelle della fede genuina, semplice - sembrano risorgere come d’incanto dal forziere della Storia. È come se si scoprisse un coperchio così da far fuoriuscire canti e preghiere di una volta: è la grande festa agli argini del fiume Tevere, conosciuta come la festa della Madonna detta “de’ Noantri”, “di noi altri”. “Di noi altri”, questa locuzione propria trasteverina, nasce quasi in contrapposizione con “voi altri che abitate in altri quartieri”: sta ad indicare l’appartenenza che sentono, fortemente, i trasteverini al proprio quartiere.

Tra la devozione e i colori della festa dal sapore folkloristico si svolge un’imponente e solenne processione il sabato successivo al 16 luglio, giorno della festa liturgica della Madonna del Carmelo.

Le origini della Festa de’ Noantri risalgono al 1535. Si tramanda, infatti, che - dopo una tempesta - fu rinvenuta da alcuni pescatori della Corsica una statua della Vergine Maria, alla foce del fiume Tevere. Era una statua scolpita in legno di cedro. Bellissima. La Madonna, per questa ragione, venne chiamata anche “Madonna Fiumarola”. La statua fu, poi, donata ai carmelitani che reggevano la Basilica di San Crisogono - ora retta dai Padri dell’Ordine della Santissima Trinità - situata in Piazza Sonnino.

La festa popolare non è antica come quella liturgica. Infatti, è negli anni Venti del secolo scorso che comincia la tradizione devozionale e popolare dei trasteverini per questa statua. Ai primi del ‘900, la strada principale del quartiere, denominata all’epoca “Viale del Re” (oggi, Viale Trastevere), era animata da banchetti e dalle tipiche osterie ambulanti. Il quartiere - per tutti i giorni della festa - era “invaso” dalle note dei canti tradizionali romani, dai colori variopinti delle bandierine esposte da un capo all’altro dei palazzi umbertini. E, accanto a tutto questo pullulare di festeggiamenti folkloristici, vi era l’immancabile devozione romana per la statua della Madonna de’ Noantri. Una fede pura, semplice, animata dal cuore dei fedeli trasteverini e di altri romani che giungevano nel quartiere vicino al Tevere, per pregare davanti alla famosa statua lignea. Anche se si trattava della Madonna “de’ Noantri” era comunque un momento in cui la città di Roma trovava - seppur nella tipica diversità culturale dei vari quartieri - una sorta di identità comune. Un’identità cattolica, sotto il manto di Maria.

La tradizione di portare in processione, per le vie di Trastevere, la statua della Vergine è molto antica: risale al 1603, nata probabilmente subito dopo la creazione dell’Arciconfraternita del Carmine. La statua lignea veniva collocata su una “macchina” e accompagnata per le vie trasteverine dai Padri Carmelitani, dai confratelli del Carmine e dai confratelli di altri due sodalizi trasteverini: i Vascellari e i Pescivendoli. Nei secoli passati, la statua veniva vestita di una lamina d’argento sbalzata in oro e adornata con preziosi gioielli. Rivestita così, veniva posta su una macchina barocca imponente, dal peso di ben sedici quintali. Per il trasporto di un tale apparato venivano impegnate una ventina di persone.

La statua che oggi viene portata in processione per le strade di Trastevere nella Festa de’ Noantri non è quella del ritrovamento del 1535. Risale, bensì, ai primi del ‘900: la prima festa del quartiere Trastevere riunito sotto l’effige di Maria, infatti, è del 1927. L’immagine lignea fu eseguita da due membri della Confraternita del Carmine: erano i fratelli Fascina, famosi intagliatori di legno. Furono loro ad eseguire la nuova statua, ispirandosi alle sembianze della Vergine riprodotte su un piccolo stendardo confraternale.

Ma come si svolge la festa, oggi? La statua originale della “Madonna Fiumarola” si trova tutto l’anno nella Chiesa di Sant’Agata in Trastevere, dove viene custodita anche una preziosa reliquia della santa catanese. Alle sue pareti, inoltre, la chiesa conserva, in teche di vetro, gli abiti regali della Madonna de’ Noantri. Sono gli abiti che sono serviti a vestire la statua, nel corso dei secoli. La statua lignea viene - ogni anno - vestita con un abito sempre diverso, suscitando anche la curiosità dei fedeli alla sua uscita dalla porta della piccola chiesa di Sant’Agata. Una volta uscita dalla chiesetta, viene portata in processione per le vie del rione fino alla Basilica di San Crisogono: qui, dopo una breve sosta, torna nella chiesa di Sant’Agata, dove rimane solennemente esposta per una settimana, fino a quando, la domenica successiva, si ha la tradizionale processione sul Tevere. È la festa della “Madonna Fiumarola”: infatti, la statua - adagiata su una barca - percorre il fiume romano fino all’altezza di Ponte Garibaldi. Questo evento è in ricordo del suo ritrovamento alla foce del Tevere. Da Ponte Garibaldi viene trasportata fino alla chiesa di Santa Maria in Trastevere, dove rimane sino alla mattina seguente. Alle prime luci dell’alba, la statua, senza il baldacchino barocco, nel silenzio di una Roma ancora sognante, viene riportata nella chiesa originaria, quella di Sant’Agata.

Le luci dell’alba sfiorano il viso della statua, e le preghiere - leggere - dei fedeli accompagnano questa processione silenziosa. È il cammino di ogni devoto che vuole seguire i passi di Maria.