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INTERVENTO

La lezione sulla famiglia del card. Sarah

«Anche i membri della Chiesa possono essere tentati di attenuare l'insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia», separando il Magistero «dalla pratica pastorale, che potrebbe evolvere secondo circostanze e mode. Questa è una forma di eresia». Lo ha detto il cardinale Sarah a Philadelphia, all'Incontro mondiale delle famiglie.

Ecclesia 25_09_2015
Il cardinale Sarah

Mentre il suo libro, Dio o niente (Ed. Cantagalli), sta scalando le classifiche dei più venduti, il cardinale Sarah è intervenuto mercoledì a Philadelphia (USA) in occasione dell'Incontro mondiale delle Famiglie che si concluderà domenica prossima con la S.Messa presieduta dal Papa.

 

«Anche i membri della Chiesa possono essere tentati di attenuare l'insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia», ha detto il porporato africano. Quindi ha ribadito un concetto già espresso anche nel libro. La tentazione di attenuare l'insegnamento di Cristo «consisterebbe nel porre il Magistero in una bella scatola, separandolo dalla pratica pastorale, che potrebbe evolvere secondo circostanze e mode. Questa è una forma di eresia e una patologia pericolosa e schizofrenica».

Entrando nel vivo dei temi che riguardano anche il Sinodo sulla famiglia, il Prefetto della congregazione vaticana per il Culto Divino ha sottolineato che è la consapevolezza del proprio peccato che «ci rende pronti a ricevere la Buona Novella e accogliere la misericordia di Dio». In questo senso la Chiesa deve farsi trovare pronta per spalancare le braccia verso coloro che si sentono bisognosi. «Tutti coloro che sono feriti dal proprio peccato e da quello degli altri, i divorziati e i separati, coloro che convivono o che fanno parte di qualunque tipo di unione egoistica, possono e devono trovare nella Chiesa un posto dove essere rigenerati, senza vedersi puntato un dito addosso».

A sentire le parole del porporato africano viene spontaneo chiedersi dove e come si possa trovare in lui una specie di antagonista di Papa Francesco. Eppure qualche spericolato titolista ha pensato bene di definire il suo libro addirittura come il “manifesto dei vescovi anti Bergoglio”, mentre qualche commentatore ha azzardato scaramucce in Vaticano tra Francesco e l'emerito Benedetto XVI proprio a causa di un biglietto scritto da Ratzinger in apprezzamento del libro di Sarah. Questo biglietto (vedi qui) avrebbe irritato Bergoglio per una presunta invasione di campo da parte del pontefice emerito. Francamente tutto ciò, non solo appare abbastanza improbabile di per sé, ma, per quanto ci è stato riferito, anche privo di seri fondamenti. I rapporti tra Papa Francesco e il cardinale Sarah, assicurano dalle sacre stanze, sono sereni e sinceri, senza che alcuno possa tirarli per l'abito ora qua, ora là.

Nel suo intervento a Philadelphia il cardinale africano ha ribadito che la famiglia cristiana è chiamata oggi a testimoniare con forza che «l'amore per sempre è possibile». «Il mondo di oggi», ha detto Sarah, «ha bisogno di santi capaci di una testimonianza eroica per difendere e promuovere la famiglia. Aprendoci alla Grazia di Dio e del Suo Santo Spirito che vive in noi, le nostre case e le nostre famiglie possono permettere alla bontà di entrare nel mondo». Proprio citando Papa Francesco il cardinale ha rilevato che la famiglia è «la sorgente della fede», perchè la fede «ha bisogno di un luogo dove può nascere e crescere, dove può diventare un'esperienza vissuta. Fin dall'inizio della creazione Dio ha scelto la famiglia per questo».

Nella famiglia si sperimenta quell'amore capace di sacrificio che è la vera natura dell'amore. Aperta alla vita, capace di difenderla e valorizzarla sempre, anche prendendosi cura dei deboli, dei malati e degli anziani. «La famiglia - ha detto Sarah - è il luogo in cui la solitudine e l'egoismo trovano guarigione».
 «L'accettazione delle radici del peccato nei nostri cuori è la saggezza. (…) Ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo bisogno di Cristo. Ognuno di noi ha bisogno di lui. Ogni persona sulla terra ha bisogno di lui. Ognuno è in grado di peccare, ma anche può ricevere la misericordia di Dio».

 

Il cardinale ha quindi riflettuto sulle conseguenze del peccato: le rotture nelle relazioni, i conflitti personali, e problemi come la tossicodipendenza, l'aborto, la persecuzione religiosa, e il terrorismo. «Se non andiamo alla fonte, che è il peccato, non cambia nulla». O Dio, o niente.