Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Caterina d’Alessandria a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

La feritoia della luce

«Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10,46-52)

Schegge di vangelo 28_05_2015
Vangelo

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10,46-52)

Benedetto grido. Benedetta cecità, se è stata l’occasione di un incontro così grande e salutare. Noi non sappiamo quali strade ci portano davanti a Gesù, fino a tirarci con lui in Paradiso. Il Vangelo è pieno di donne e uomini feriti nel corpo e nell’anima, che gridano e domandano al Signore. A volte Gesù arriva a incontrare le persone anche prima di qualsiasi loro iniziativa, e le salva. Ogni ferita è un pertugio attraverso il quale passa la luce. Conviene fidarsi della realtà, percorrendo la strada fino al fondo, lì dove essa si spalanca alla luce dell’incontro che salva.