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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

L’intervento / 2

La dura critica di Pera alla (nuova) Chiesa

Non c’è solo la lotta dei laicisti contro il cristianesimo. Oggi si assiste anche, all’interno della stessa Chiesa, a tentativi di decostruire e degradare la dottrina cristiana. La sottolineatura di Pera.

Dottrina sociale 08_02_2024

Nel blog di ieri ho riportato un incisivo passaggio della conferenza tenuta dal professor Marcello Pera mercoledì 31 gennaio al convegno “Il suicidio dell’Occidente”. In quel passaggio il senatore aveva accusato l’Europa di aver distrutto il corretto concetto di laicità, favorendo così il suicidio dell’Occidente. Ma c’è un altro passaggio meritevole di attenzione e che rilancio oggi. Esso riguarda la stessa decostruzione portata avanti però dalla Chiesa attuale.  

«Ma c’è di più, purtroppo. C’è che alla lotta dei laicisti contro il cristianesimo e alla crisi di vocazioni e di fede dei cristiani, si è aggiunta in tempi recenti una sostanziale trasformazione della stessa dottrina cristiana. È come se il Vaticano II, dall’“aggiornamento” per il quale fu convocato, sia passato prima al ripensamento e infine al rivolgimento. L’argine dell’ermeneutica della continuità non ha retto e nuove interpretazioni, nuovi costumi, nuovi modi di pensare si diffondono e si rafforzano nella Chiesa. Anche qui un elenco breve e non sistematico può bastare per comprendere che cosa sta accadendo. Mi limito a riportare ciò che si dice.

Si dice che Dio vuole il pluralismo religioso, cioè che il Dio cristiano vuole ugualmente la fede anticristiana.

Si dice che la misericordia di Dio precede il perdono, come se il Dio cristiano perdonasse sempre e comunque e non condannasse mai. L’Inferno – se mai ancora esiste – è vuoto.

Si dice che Dio benedice le situazioni di peccato, cioè violazioni dei suoi comandamenti, in nome della tolleranza della diversità.

Si dice che Dio si trova anche nei culti pagani, come quello della Madre Terra.

Si dice che l’evangelizzazione – il “predicate a tutte le genti!” – e il proselitismo sono una forma prevaricante di inculturazione.

Si dice che la riaffermazione rigorosa della dottrina tradizionale è “clericalismo”.

E così via. Fino a non menzionare quasi più il peccato originale, lentamente sostituito da un uomo russoviano nato buono e poi corrotto dalla società. Fino a far quasi scomparire il nome di Cristo accanto a quello di Dio. Fino ad avere in sospetto la teologia, che è il luogo d’incontro fra il Logos e la fede. O fino alle battute irriverenti, come quella che al tempo di Cristo non c’era il registratore e noi non sappiamo quali furono le sue esatte parole, se mai egli ne pronunciò alcuna.

Qual è la conseguenza di tutto questo nuovo dire e predicare della Chiesa, congiunto al dire e praticare dell’Unione Europea? La conseguenza – drammatica – è che le nostre chiese si spopolano, diventano edifici che cadono e si trasformano in supermercati. La nostra educazione tradizionale si perde, diventa aperta e confusa. Il nostro senso di appartenenza si affievolisce, diventa solitudine. I vescovi marciano con la bandiera arcobaleno. L’espressione “salvezza” è lentamente sostituita dall’espressione “giustizia” e l’espressione “giustizia” è sempre più intesa in senso sociale, come se avesse a che fare solo con la busta paga. Così, il cristianesimo si secolarizza, diventa umanesimo, ecologismo, pacifismo, democrazia, diritti umani. Insomma, alla fine, il cristianesimo si suicida come religione.

Mi faccio delle domande. Può nascere un patriottismo europeo in una terra così desolata? Possiamo dotarci di una identità, se una fonte essenziale di identità, quella religiosa, è osteggiata o si degrada? Se qualcuno ci terrorizza e ci accusa di essere giudei e cristiani, possiamo ancora rispondere: sì, lo siamo e vogliamo restarlo? Se, come è giusto, dobbiamo dialogare con gli altri, possiamo farlo se gli altri declinano la loro identità e noi ci vergogniamo della nostra? E se Putin ci bombarda con le bombe e, più insidiosi e micidiali delle bombe, con le parole, e ci dice che noi, nell’Europa occidentale, stiamo degradando il cristianesimo, abbiamo una risposta?».