La domenica, il lavoro e lo svago
Una mamma ci scrive chiedendo chiarimenti sul rispetto del terzo comandamento e come trasmetterlo ai propri figli. La risposta di don Stefano Bimbi.
Sono una mamma e ho una domanda che vorrei rivolgere a don Stefano Bimbi.
Prendo spunto da un fatto accaduto in famiglia per chiedere alcuni chiarimenti relativi al rispetto del terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste».
Mia figlia è andata di domenica con le amiche a un fast food e al cinema, con grande stupore della sorella perché io di solito non permetto a nessuno di entrare in un qualunque negozio la domenica. In realtà io non ho fatto mente locale, ho solo pensato di chiederle di organizzarsi per non saltare Messa e ho acconsentito all’uscita domenicale, purché studiasse il sabato e si riposasse la domenica.
Solo dopo mi è tornata in mente l’immagine della Madonna di La Salette, che si lamentava per come veniva disatteso (già allora, figurarsi oggi) il terzo comandamento. Mi chiedo quindi, in generale, come ci si debba regolare: io sono dell’idea che se nessuno andasse nei locali, centri commerciali, eccetera, la domenica, nel giro di poco nessuno sarebbe costretto a lavorare la domenica, potendo quindi riposare e stare con la famiglia.
Ma l’aver dato a mia figlia questa concessione, mi ha fatto compiere peccato grave? Quali sono i limiti dentro i quali possiamo muoverci?
Voglio agire bene, in futuro, e soprattutto insegnare bene ai miei figli.
Lettera firmata
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Risposta
Innanzitutto va detto che la Madonna a La Salette lamentava non solo che la gente lavorasse di domenica, ma soprattutto che non andasse a Messa. Ma se fosse venuto un temporale, sarebbe stato lecito per i contadini, che vivevano di quello che raccoglievano, portare a casa il foraggio tagliato perché non marcisse? Certamente sì.
Per restare al suo esempio, occorre distinguere tra "fast food e cinema" e "supermercati e negozi". Nel secondo caso è bene starne alla larga, anche perché si può andare nei supermercati e negozi tutta la settimana, mentre la domenica va santificata, come dice il comandamento. Come santificarla? Con il riposo, lo stare in famiglia, l'approfondimento della Parola di Dio e della Dottrina della Chiesa, atti di carità, lo svago. Appunto per quest'ultimo punto si possono frequentare "fast food e cinema", ma anche vedere partite di calcio, fare visite nei musei, passeggiate con le amiche, ecc.
Del resto l'astensione dal lavoro non è assoluta. Infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2185 dice: «Durante la domenica e gli altri giorni festivi di precetto, i fedeli si asterranno dal dedicarsi a lavori o attività che impediscano il culto dovuto a Dio, la letizia propria del giorno del Signore, la pratica delle opere di misericordia e la necessaria distensione della mente e del corpo. Le necessità familiari o una grande utilità sociale costituiscono giustificazioni legittime di fronte al precetto del riposo domenicale. [...]».
È necessario quindi che lavorino i poliziotti (altrimenti la domenica sarebbe il giorno della delinquenza libera), gli infermieri (per assistere i pazienti negli ospedali), i medici (per operazioni non rimandabili, tipo trasfusioni di chi sta per morire dissanguato, operazione al cuore di chi ha un infarto, ecc.) e tutti quelli che devono garantire dei servizi ai cittadini, come i trasporti in treno, in autobus, taxi. Ma anche chi opera nel settore divertimento e svago può esercitare la sua professione di domenica: calciatori, ristoratori, ecc.
In questo senso il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2187 afferma, tra l'altro: «[...] Ogni cristiano deve evitare di imporre, senza necessità, ad altri ciò che impedirebbe loro di osservare il giorno del Signore. Quando i costumi (sport, ristoranti, ecc.) e le necessità sociali (servizi pubblici, ecc.) richiedono a certuni un lavoro domenicale, ognuno si senta responsabile di riservarsi un tempo sufficiente di libertà. [...]». Come si vede, la Chiesa prevede che i ristoranti possano rimanere aperti. E questo proprio per un servizio sociale. Basti pensare a chi volesse festeggiare un Battesimo, la prima Comunione, il matrimonio, ma anche il semplice stare insieme tra parenti e amici.
Ultima precisazione: le attività di svago come cinema, partite di calcio, musei si fanno nel giorno che siamo liberi dal lavoro perché c'è più tempo. Infatti, mentre l'acquisto di vestiti o cibo, eccetera, sono necessità da poter fare tutti i giorni, lo svago (ristorante, musei, sport, cinema, ecc.) non è una necessità, quindi va bene averlo la domenica quando si è liberi dal lavoro.
Ci sarebbe molto da aggiungere, ma spero di aver dato una risposta sintetica e chiara.
Per approfondimenti, si può leggere la lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II.
Don Stefano Bimbi