La difficile integrazione dei minori stranieri non accompagnati in Francia
Protestano i giovani stranieri divenuti maggiorenni che perdono il diritto di assistenza integrale. Replicano i dipartimenti francesi di non potersi far carico di loro a scapito di soggetti bisognosi
Anche la Francia è alle prese con problemi di assai ardua soluzione riguardanti la gestione degli immigrati illegali. Il 31 agosto a Orléans, Francia, dipartimento di Loiret, 140 giovani rischiano di trovarsi per strada. Si tratta di giovani stranieri che hanno compiuto 18 anni e quindi, in quanto maggiorenni, non hanno più diritto a essere dotati di alloggio e vitto da parte delle strutture dipartimentali. Al posto riceveranno, insieme a un permesso di soggiorno provvisorio, un aiuto finanziario. Ma secondo l’associazione La Cimade il contributo in denaro non è abbastanza: “sono solo 450 euro al mese. Devono servire per alloggio, vitto, vestiti, trasporti, libri e cancelleria. Come possono bastare?” RESF, educazione senza frontiere, condivide la preoccupazione di La Cimade: “se non trovano alloggio c’è il rischio che abbandonino la scuola e che tutto il loro percorso di integrazione fallisca”. Nel settembre del 2018 il presidente Emmanuel Macron, nel presentare il proprio piano povertà, aveva detto che ormai l’assistenza all’infanzia dovrà obbligatoriamente prendere in carico i giovani fino a 21 anni invece che 18. Una legge del 7 maggio, votata all’Assemblea nazionale e in attesa di essere esaminata dal Senato, prevede che i dipartimenti propongano un “contratto di accesso all’autonomia” per i giovani con più di 18 anni, ma a condizioni che escluderanno gran parte dei giovani stranieri. La prefettura interpellata dall’agenzia La Croix, risponde che oltre a non essere obbligatoria, la presa in carico dei giovani immigrati maggiorenni va a scapito del dispositivo di accoglienza d’urgenza, pensato per persone senza casa che si rivolgono alle autorità per aiuto, specialmente famiglie con bambini. A sua volta il dipartimento ha risposto che è davvero triste che dei giovani si ritrovino per strada, ma i giovani stranieri maggiorenni non sono di competenza dei dipartimenti. Inoltre il numero dei minori non accompagnati ai quali bisogna provvedere non fa che aumentare: 1.325 nel 2018, contro i 985 del 2017. Intervistato da La Croix un giovane originario del Bangladesh esprime il suo disappunto: “se sono partito dal Bangladesh è per studiare e avere un avvenire”. L’idea che il suo progetto di vita abbia costi elevati che gravano forse ingiustamente sugli abitanti del paese che ha dovuto prenderlo in carico in quanto minore non lo sfiora.