La diaspora afghana
Uganda, Rwanda ed Ecuador sono alcuni dei paesi che hanno accettato di ospitare i profughi afghani che riescono a lasciare il loro paese
Il 25 agosto sono arrivati in Uganda, all’aeroporto internazionale di Entebbe, i primi 51 cittadini afghani portati via dagli Stati Uniti per sottrarli ai talebani. In base a un accordo tra Washington e il governo ugandese, saranno in tutto 2.000 gli afghani che si stabiliranno in Uganda, interamente a spese del governo statunitense, in attesa di decidere la loro eventuale riallocazione negli Stati Uniti o in altri paesi. Il trasferimento avrebbe dovuto iniziare il 20 agosto a gruppi di 500, ma c’è stato un ritardo dovuto a problemi sorti in merito alla loro sistemazione. Sullo stesso volo che ha trasportato i primi profughi afghani avrebbero dovuto viaggiare anche i cittadini ugandesi che si trovano in Afghanistan, ma il loro rimpatrio è stato rimandato perché non è stato possibile far sì che raggiungessero l’aeroporto di Kabul. Sarà invece il Rwanda a ospitare le allieve della School of Leadership Sola, un istituto privato (“sola” in lingua pashtu vuol dire “pace”). La fondatrice della scuola, Shabana Basij-Rasikh, ha annunciato il 24 agosto che circa 250 studentesse insieme ai loro insegnanti e ai loro famigliari erano in viaggio, via Qatar, verso il paese africano dove frequenteranno un semestre scolastico. La signora Basij-Rasikh ha dichiarato che si augura si tratti di una sistemazione temporanea nella speranza di poter tornare a casa appena la situazione lo consentirà. Altri profughi stanno per arrivare in Ecuador. Come l’Uganda, anche l’Ecuador ha accettato di ospitare dei profughi afghani evacuati dagli Stati Uniti in attesa che svolgano le pratiche necessarie per potersi trasferire negli Usa. Tutte le spese relative al loro soggiorno saranno sostenute da Washington. Il presidente ecuadoriano Guillermo Lasso ha detto che “l'impegno a ospitare le famiglie afgane dimostra il sostegno dell'Ecuador alla comunità internazionale in tutte le azioni volte a collaborare con la partenza sicura degli stranieri e, in particolare, dei cittadini afgani”.