Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L'INTERVENTO

La Dad è una scelta scellerata: rimediamo così

Il lockdown causa problemi seri e complica il percorso adolescenziale di definizione del Sé, creando traumi che rallentano lo sviluppo interiore. Oggi ci sono ragazzi che faticano ad uscire dalla camera, che chiedono ai genitori di blindare le finestre, che non vogliono mostrarsi in video. È indispensabile tenerli agganciati alla vita reale, farli uscire, invitarli alla relazione, mandarli in chiesa, scegliere cosa fargli studiare...

Editoriali 17_11_2020

Queste considerazioni prendono le mosse da quanto ho scritto su queste pagine nel maggio scorso, in cui ho trattato della situazione attuale degli adolescenti. Concludevo auspicando una Break out generation, una generazione di adolescenti libera, in grado di superare il famigerato lockdown. L’illusione è durata qualche mese ed ora ci risiamo: gli adolescenti non frequentano “in presenza” la scuola e si ritrovano nelle stesse situazioni di vita dei mesi scorsi. Riflettiamo su come stanno le cose e, soprattutto, cerchiamo insieme (genitori, docenti, adulti di riferimento) di identificare strategie educative idonee a gestire il momento attuale.

Il percorso di crescita che gli adolescenti devono compiere per giungere all’età adulta passa necessariamente attraverso la conquista della propria interiorità, la definizione del vero Sé. Tale consapevolezza significa arrivare a “sentire” nell’animo la vita che si sta conducendo, con l’emozione del cuore e con tutti i sensi fisici per arrivare a cogliere la propria peculiarità, nell’unicità irrepetibile dell’esistenza personale. Definire la propria identità quindi diventa un passaggio indispensabile per identificare il proprio itinerario di crescita, giungere alla scoperta del Tu ed elaborare un personale progetto di vita. Tale Sé intimo, unico ed irripetibile si configura in un contesto di adesione alla realtà, di autostima, di autonomia e di esperienza del pensare: la completezza di un “cuore pensante”.

Il lockdown, nelle sue diverse applicazioni a “colori”, causa problemi molto seri e complica il percorso adolescenziale di definizione del Sé, creando sofferenze, traumi, paure e ansie che rallentano ora e condizioneranno poi in modo non prevedibile lo sviluppo interiore dei giovani. Il totale cambiamento delle modalità di socializzazione e di relazione con coetanei e adulti, la perdita di contatto con il mondo quotidiano, in particolare con l’ambiente scolastico, distorce la comprensione e l’adesione alla realtà. La reintroduzione della DAD (didattica a distanza) ha nuovamente richiuso nelle loro camere i ragazzi e li ha ulteriormente allontanati dal “mondo reale”, confermando loro che l’unica possibilità di comprendere e comunicare è attraverso il “mondo digitale”.

Il lockdown esalta e potenzia la mostruosa intrusione dell’e-commerce e dei social nelle loro vite. È indispensabile tenere gli adolescenti agganciati alla vita reale: questo è doveroso e possibile, nel rispetto della normativa indicata dai decreti legislativi. Come genitori è necessario aiutare i figli a reagire, intensificando le relazioni personali all’interno della famiglia e il dialogo affinché possano comunicare il loro vissuto e confrontarsi. In modo operativo occorre stimolarli a mantenere le abitudini della vita ordinaria: gli orari, la preparazione del mattino prima delle lezioni, a sfruttare le possibilità concesse per uscire, per muoversi, per mantenere la forma fisica, a curare l’alimentazione.

È opportuno farli uscire con la mente e con gli occhi dalle mura di casa: utilizzare gli strumenti digitali per vedere immagini naturali, di mare, di montagna, di viaggi ed escursioni. Mi permetto inoltre di ricordare, almeno ai genitori credenti, che anche invitare i figli alla preghiera e a visitare la Chiesa, nel massimo rispetto della libertà, è da ritenere un utile suggerimento educativo.

Oggi ci sono ragazzi che faticano ad uscire dalla loro camera, che chiedono ai genitori di blindare le finestre per non aprirle, che temono il contatto con il mondo esterno, che non vogliono più mostrarsi in video durante la DAD perché si vergognano del loro aspetto e cercano di evitare le relazioni con i compagni.

E' da ritenere una scelta scellerata l'aver nuovamente sospeso le lezioni in presenza per le scuole superiori e per la seconda e la terza della secondaria di primo grado, benché non paragonabile allo “stupro della psiche” inferto agli studenti della scuola primaria (i “primini” su tutti) durante il precedente lockdown. I ragazzi vogliono andare a scuola, lo stanno dimostrando, lo stanno richiedendo e vanno aiutati a ricreare per quanto possibile momenti di relazioni sociali e personali.

I Dirigenti scolastici e i docenti devono riflettere sulla normativa attuale, che lascia ancora qualche spazio, per attivare iniziative che richiamino a scuola almeno alcuni ragazzi (esercitazioni, attività laboratoriali, colloqui per problematiche personali, incontri di recupero mirati…): riportare i ragazzi nelle scuole è un obiettivo primario di chi dirige. Del resto gli istituti scolastici sono un luogo molto più sicuro di tanti altri: sanificazione costante, misurazione della temperatura, mascherine portate regolarmente e una presenza rassicurante, oltre che di sollecito richiamo alla responsabilità personale, dei docenti.

Questa situazione “da remoto” si è venuta a creare anche perché durante l’estate si sono perse importanti opportunità che avrebbero consentito di prevenire un ulteriore ricorso alla DAD. I tempi erano adeguati per organizzare gli orari in modo flessibile, programmare iniziative didattiche diversificate, strutturare un sistema di trasporti pubblico e privato…senza perdersi in “corbellerie”, per usare un termine ministeriale. Certo non va dimenticato il grande sforzo profuso in termini economici e di tempo per procurare sedie con rotelle, banchi con rotelle per gli alunni, roller per i docenti e poltrone a rotelle con motore turbo per i dirigenti scolastici: è comprensibile che questo sforzo abbia tolto tempo ed energie per pensare a contenuti, metodologie, strategie, iniziative che consentissero di evitare o perlomeno ridurre l’allontanamento fisico dalle lezioni.

Riguardo all’attività didattica i docenti possono promuovere l’impegno intellettuale dei ragazzi orientandolo all’elaborazione del pensiero, più che mai indispensabile in questo frangente di isolamento. Tenere lezioni a distanza è difficile e impegnativo, richiede molta creatività e pazienza, ma è possibile, anche se non è paragonabile all’attività in presenza. Ritengo indispensabile svolgere un insegnamento fondato su contenuti scelti con cura, attento alla metodologia e alle strategie di apprendimento. È essenziale affrontare i nuclei fondanti delle proprie discipline in modo da trattare da punti di vista diversi argomenti di primaria importanza formativa quali la libertà, la responsabilità, la capacità di impegnarsi per ciò che davvero conta, i valori etici per i quali vale la pena vivere: personalmente ritengo lo studio di Dante un ottimo “vaccino” alle nefaste influenze intellettuali della pandemia.

In questo periodo i giovani hanno bisogno più che mai di interventi che li aiutino nella loro formazione culturale e umana, che sostengano la fiducia di base nel Sé e diano speranza e prospettive di una vita libera e responsabile. Aiutiamoli a superare lo sconcerto e l’angoscia generati in loro dai messaggi “virologici” minacciosi, che danno solo una Speranza…di morte, trasmessi da organi di informazione strumentalizzati e orchestrati da adulti in malafede che rimpiangono lager e gulag. Un ulteriore suggerimento ai docenti: mantenere alto il livello delle proprie lezioni, sollecitando le intelligenze perché reagiscano alla pochezza culturale imperante, promuovendo indispensabili conoscenze, competenze, soft skills e soprattutto il costante esercizio della criticità di pensiero.

La resilienza e l’amore pedagogico dell’insegnante e quello filiale del genitore, tesi a favorire la formazione intellettuale ed affettiva dei giovani, rappresentano la difesa migliore contro il “pandemicamente corretto”e li guideranno “a riveder le stelle”. Diamo il meglio di noi stessi e rincuoriamo gli adolescenti: potranno subire restrizioni e avere complicazioni, ma mai nessuno potrà togliere loro la libertà.