«La cura cristiana degli ammalati non è filantropia»
Le persone fragili e i sofferenti non sono solo oggetto di solidarietà e carità, ma sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana. E uno scandalo per il mondo, dove domina la 'cultura dello scarto'.
Il 9 novembre il Papa ha ricevuto in udienza i delegati dell'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) in occasione dei 110 anni della loro associazione. Il discorso è stato occasione per proporre una chiara distinzione fra lo «stile tipicamente evangelico» con cui il cristiano si china sugli ammalati e l'«assistenzialismo o filantropia», che è una cosa diversa. La cura cristiana degli ammalati non è filantropia «ma genuino annuncio del Vangelo della carità».
Certo, la prima esortazione ai volontari del Pontefice è: «Sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia dall’altra parte. E questo di non voltare la faccia da un’altra parte è una virtù: andate avanti con questa virtù!». Il malato deve trovare nel cristiano uno «sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza».
Il Vangelo della carità è oggi un Vangelo scandaloso. Insegna che «i poveri, anche i poveri di salute, sono una ricchezza». Lo sono «non solo per la Chiesa stessa ma per tutta la società». Uno scandalo, perché «il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone». Questa è una «logica mondana, la logica dello scarto», il cui simbolo - il Papa lo ha detto altre volte - è l'eutanasia.
La Chiesa, al contrario, intende « valorizzare realmente la presenza e la testimonianza delle persone fragili e sofferenti, non solo come destinatari dell’opera evangelizzatrice, ma come soggetti attivi di questa stessa azione apostolica». Gli ammalati devono dare il loro contributo, non considerandosi
«solo oggetto di solidarietà e di carità», ma sentendosi «una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana». «Non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa!», ha detto il Papa agli ammalati.
A proposito dell'UNITALSI Papa Francesco ha ricordato che l'esperienza di Lourdes è inserita nel nome stesso dell'associazione. «Anche il vostro stile apostolico e la vostra spiritualità fanno riferimento alla Vergine Santa. Riscopritene le ragione più profonde!». Già l'episodio delle nozze di Cana «mostra la cura della Madre verso gli uomini. È una cura attenta ai nostri bisogni più veri: Maria sa di che cosa abbiamo bisogno! Lei si prende cura di noi, intercedendo presso Gesù e chiedendo per ciascuno il dono del "vino nuovo", cioè l’amore, la grazia che ci salva». Prega per noi e ci aiuta a pregare. «Per questo, nella preghiera dell’Ave Maria, le chiediamo: "Prega per noi, peccatori"». La devozione mariana è il segreto dell'amore, e talora dell'eroismo, con cui tanti cristiani accolgono e si prendono cura dei malati.