Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

La Croce della vita

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. (Mt 16,21-27)

Schegge di vangelo 31_08_2014
Vangelo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». (Mt 16,21-27)

Nessuno ci tiene a perdere la vita, a meno che non sia per un grande amore. Amore a chi? A Lui, Gesù. Andare dietro a Lui. Perdere la vita per causa sua. L’amore a Cristo diventa strada per amare veramente se stessi. Che cosa si dovrà fare dunque? Qual è la croce che dobbiamo prendere sulle spalle andandogli dietro? E’ la ‘nostra’ croce. La nostra esistenza quotidiana, la realtà di cui sono costituite le nostre giornate, la tessitura delle nostre azioni. San Paolo oggi dice: “Offrite i vostri corpi come sacrificio gradito a Dio”. I corpi, cioè l’esistenza concreta. Una mostra al Meeting di Rimini riproduce i quadri di Millet: non solo i due contadini, uomo e donna, nella preghiera dell’Angelus, ma tanti uomini e donne presi dal lavoro e dalle attività quotidiane, che splendono sotto la luce di Dio.