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Asia

La Chiesa cattolica in India al servizio degli esclusi

La diocesi di Jamshedpur è impegnata nello sviluppo e nella promozione dei dalit e dei tribali e riceve in cambio rispetto e fiducia

In India l’ostilità dei fondamentalisti indù nei confronti dei cristiani influenza il comportamento di tante persone instillando in loro diffidenza e risentimento. Ciononostante moltissimi indiani rispettano i cristiani, si fidano di loro perché conoscono e apprezzano la disponibilità della Chiesa ad aiutare e fornire servizi senza esclusione di religione e casta, anzi con particolare riguardo nei confronti dei tribali e dei dalit che nella società indiana patiscono discriminazioni e le conseguenze dolorose dell’emarginazione. Ne sono un esempio gli abitanti di 30 villaggi situati in divesi distretti dello stato del Jharkhand. Vi abitano 1.170 famiglie, soltanto 45-50 delle quali sono cristiane. La diocesi cattolica di Jamshedpur si prodiga per tutte senza alcuna discriminazione di fede. Intervistato da AsiaNews, padre Birendra Tete , direttore delle Catholic Charities e responsabile di Samekit Jan Vikas Kendra, una organizzazione non governativa che si occupa di promuovere lo sviluppo nel territorio della diocesi, spiega: “ ci concentriamo sullo sviluppo della comunità, sulla dignità umana e sulla difesa dei loro diritti, in particolare delle comunità tribali e dalit più svantaggiate”. In particolare  la diocesi cerca di contrastare il lavoro minorile, la stregoneria e le superstizioni. Un impegno particolare è rivolto ai matrimoni precoci che compromettono il futuro di tante donne: “i matrimoni infantili sono comuni ed è essenziale educare sia gli adolescenti sia i loro genitori. Allo stesso tempo, dobbiamo rafforzare le giovani ragazze attraverso istruzione e competenze professionali per renderle autosufficienti e finanziariamente indipendenti, il che può contribuire a contrastare i matrimoni precoci”. Alla domanda in merito alle false accuse di conversioni e alle molestie, le intimidazioni contro i cristiani in molte zone dell’India, padre Birendra Tete ha risposto che questi comportamenti non si verificano nell’area nei villaggi assistiti: “abbiamo un ottimo rapporto con i villaggi, con i membri delle istituzioni locali e con i funzionari governativi. Nei villaggi non ci troviamo ad affrontare questo tipo di accuse”.