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La beata Maria Karłowska, l’abbraccio di Dio

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La beata Maria Karłowska e la sua straordinaria opera di conversione delle prostitute che portò alla nascita della congregazione religiosa delle Suore Pastorelle della Divina Provvidenza per dedicarsi al lavoro con le persone moralmente perdute.

Ecclesia 24_03_2025

La beata Maria Karłowska (Karłowo, Polonia, 4 settembre 1865 - Pniewite, Polonia, 23 marzo 1935) nacque il 4 settembre 1865 nel villaggio di Słupówka (oggi Karłowo). Fu battezzata l’8 ottobre 1865. Fu la madre a trasmetterle tutte le tradizioni cattoliche polacche: nella sua mente, rimase sempre indelebile l’immagine di lei che, dopo aver addormentato i figli, pregava a lungo in ginocchio. Fu questa immagine a farle capire la preziosità della preghiera. E per imitazione, anche Maria, più volte, da bambina si metteva in ginocchio per pregare.

E fu sempre la madre a farle conoscere il Crocifisso miracoloso di Kcynia, città della Polonia centro-settentrionale. Erano i semi della santità che pian piano si piantavano nella sua anima. Quando Maria ebbe 5 anni, i suoi genitori si trasferirono a Poznań. Qui, in questa città, Maria e il fratellino Zdzisio furono affidati alle cure del fratello maggiore Leon, sposato con Marysia: fra Maria e Marysa ci furono diverse situazioni di scontro. In questo periodo Maria si fortificò nella fede: imparò in quel periodo cosa volesse dire l’umilazione.  Dall’età di dieci anni, Maria frequentò una scuola cattolica per ragazze. La Prima Comunione nel 1875 e la Cresima nel 1886. Poi, l’incontro ancora più intimo con Cristo: a 17 anni, ascoltando un’omelia sul valore del Santissimo Sacramento, fece voto di castità nelle mani del suo confessore. L’Eucaristia divenne per la giovane Maria il fulcro della sua vita.

Il Signore le fece comprendere meglio la sua missione in un viaggio del 1892, quando incontrò per la prima volta una giovane ragazza che era sottoposta al controllo della polizia per via della sua morale: era una prostituta. La beata interpretò questo incontro come la volontà del Signore: avrebbe dovuto prendersi cura di queste ragazze che avevano lasciato ogni morale. E fu a questo punto che iniziò la sua vera e propria missione. Cominciò a entrare nelle case di tollerenza segrete per poter comprendere meglio questo mondo così lontano da lei: incoraggiava le donne che incontrava in quei luoghi ad abbandonare la loro vita lontana da Dio. Sono commoventi le lettere che le arrivarono da queste case di tolleranza. Le ragazze erano affascinate dalla sua purezza, dal suo candore. Cristo fraceva breccia in questi cuori così traviati e provati grazie alla beata. Una di queste lettere, datata 13 marzo 1893, può essere l’emblema di quanto l’apostolato della beata Karłowska fosse importante per le tante ragazze che vivevano quella particolare condizione:
«Vi faccio una richiesta importante, perché mi trovo in una situazione critica. Per dirla in parole povere, sono una persona sottoposta al controllo della polizia. Vorrei liberarmi da questo giogo il prima possibile, ma mi sento un essere debole. Ho sentito dire che voi siete felice di aiutare, cioè di dare consigli o qualche suggerimento. Rinnovo ancora una volta la mia richiesta e penso che non verrà respinta perché resto sulla porta e aspetto una risposta. Vi presenterò personalmente l'intenzione che vorrei perseguire».

Cominciò allora a ospitare nella sua casa alcune ragazze che avevano lasciato la strada della prostituzione. Nel 1893, erano cinque le ragazze che vivevano sotto lo stesso tetto nel suo appartamento di due stanze. Cominciò a diffondersi il suo apostolato: sempre più ragazze si avvicinarono a Maria. Ma la casa non poteva essere il luogo migliore per queste ragazze. Cominciava a essere troppo piccola per l’affluenza delle ragazze: fu così che il 19 marzo 1894, la beata Karłowska prese in affitto un nuovo appartamento più grande. Era quello l’inizio del primo istituto del Buon Pastore. Serviva però più aiuto, più forze per portare avanti questa delicata missione. Il Signore non mancò di inviare a Maria nuove risorse: alcune giovani vollero, infatti, aiutare l’apostolato della beata. L’8 dicembre del 1894 nacque, allora, la congregazione religiosa delle Suore Pastorelle della Divina Provvidenza. Maria prese i voti religiosi, insieme alle prime sorelle della nuova congregazione il 20 giugno 1902, aggiungendo come quarto voto quello di dedicarsi al lavoro con le persone moralmente perdute.

Una missione, quella della beata, che però non si fermava alla sola conversione: il desiderio della neonata congregazione era quello di garantire anche un futuro a queste ragazze “ritrovate”.  Da ciò, l’intento di trovare loro un lavoro. Per questo motivo, la beata Karłowska cominciò a inaugurare vari laboratori artigianali come quelli di rilegatura, di cucito, di ricamo, di pasticceria. Durante la prima guerra mondiale aprì addirittura un negozio di wafer a Winiary. Dal 1920 le religiose della congregazione iniziarono un lavoro che potrebbe definirsi visionario. Qualcosa di così lontano dal tempo in cui viveva la beata: si occuparono delle donne affette da malattie veneree nell’ospedale cittadino di Toruń e in seguito di Łódź. La missione, intanto, si allargava: si arrivò all’aperura di ben nove case religiose.

Maria morì in odore di santità il 24 marzo 1935 a Pniewite. Il 6 giugno 1997, san Giovanni Paolo II pronunciò queste parole nell’omelia per la sua beatificazione: «Il suo santo zelo presto attirò dietro di sé un gruppo di discepole di Cristo, con le quali fondò la Congregazione delle Suore Pastorelle della divina Provvidenza. Per se stessa e per le sue suore stabiliva il seguente fine: “Dobbiamo annunziare il Cuore di Gesù, cioè così vivere di lui e in lui e per lui, da diventare simili a lui e affinché nella nostra vita egli sia più visibile di noi stesse”. La sua dedizione al Sacratissimo Cuore del Salvatore fruttificò un grande amore per gli uomini. Sentiva un'insaziabile fame d’amore».