REGNO UNITO
La BBC scopre il Papa. E noi un Windsor cattolico
Benedetto XVI va in onda domattina. Non è mai successo. Come il fatto che si converta un membro della real casa.
Attualità
23_12_2010
Domattina, vigilia di Natale, Papa Benedetto XVI interverrà alla seguitissima trasmissione Today, su Radio 4, il canale più “culturale” della BBC, cioè l’emittente di Stato britannica non esattamente famosa per essere filocristiana e meno ancora filopapalina. Non è mai successo prima, si tratta di un avvenimento letteralmente storico. Peraltro preparato da un interessante apripista, ovvero la messa in onda sul canale “d’intrattenimento” BBC One, alle 19,00, ora di punta (di solito va infatti in onda One Show visto in media da 5 milioni di spettatori), del racconto della Natività in quattro puntate di mezz’ora l’una, scritto e prodotto dal veterano della tivù Tony Jordan e diretto da Coky Diedroyc. Cosa sta accadendo nella scristianizzatissima Albione, dove non è raro trovare dissidenti conservatori che canzonano l’emittente di Stato sciogliendone l’acronimo in “Bolschevik Broadcasting Corporation”?
Un giro anche rapido sul sito Internet della BBC mette del resto a disposizione una serie di lanci e di articoletti sul cardinal John Henry Newman, anche precedenti di mesi la sua beatificazione, tutto sommato sobri, corretti, onesti. Curioso. Perché non è un mistero per alcuno che per un inglese assuefatto alla BBC il Newman “romano” sia un boccone indigesto tanto quanto lo sia il beato cattolico di Birminghan per un anglicano qualunque, liberal o “alto” che sia.
Regali di Natale, allora, da una terra intrisa di secolarizzazione e postcristianesimo da cui parrebbe non poter venire più nulla di buono. Un altro, inaspettato, giunge ora dalle pagine del mensile statunitense First Things (interconfessionale, ma raffinatamente cattolico), creato a suo tempo e brillantemente diretto fino alla scomparsa da Richard John Neuhaus (1936-2009), ex pastore luterano poi divenuto sacerdote cattolico (e ratzingeriano tetragono). Il numero di dicembre pubblica un profondo saggio, Caesar’s Thumb, con cui l’Europa intera viene richiamata alla cogenza della più grave delle questioni morali all’ordine del giorno: l’aborto, definito una ferita mortale al cuore della società contemporanea. Verissimo, arcivero, ma di per sé un tema non particolarmente originale. Assai originale è invece la firma in calce al pezzo, quella cioè di Lord Nicholas Windsor, il primo maschio di sangue reale a essere stato ricevuto nella Chiesa Cattolica sin dai tempi di re Carlo II Stuart in articulo mortis, ovvero nel 1685.
Nato nel 1970, figlio del duca e della duchessa di Kent, pronipote di re Giorgio V, Lord Nicholas si è convertito al cattolicesimo nel 2001 e coì ha rinunciato a ogni pretesa di successione al trono britannico: l’Act of Settlement del 1700 impedisce infatti ai cattolici e ai consorti di cattolici di accedere alla corona. Il matrimonio di Nicholas Windsor con la contessa, poi principessa, Paola Doimi de Lupis Frankopan (appartenente alla nobiltà croata, ma con ascendenze anche italiane), celebrato nel luglio 2006 in Vaticano a Roma, fu peraltro salutato da un gruppo di parlamentari del Regno Unito come «le prime nozze legali e pubbliche nel rito della Chiesa Cattolica di Roma di un membro della famiglia reale sin dal 1554 quando la regina Maria I sposò re Filippo II di Spagna». E pure i battesimi dei loro figli, Albert [nella foto, con i genitori], nato nel 2007, e Leopold, nato nel 2009, hanno segnato un record. Il primogenito, come ha precisato all’epoca un analogo gruppo di parlamentari, è stato «il primo membro della famiglia reale a essere battezzato cattolico dalla cosiddetta Gloriosa Rivoluzione del 1688 che cacciò re Giacomo II Stuart dalla corona e dal Paese per aver battezzato cattolicamente il figlio», l’Old Pretender del casato spodestato Stuart.
Cosa sta accadendo nella scristianizzatissima Albione?