Istituzioni Ue: benino per l'Italia, male per i cattolici
Nessun vero vincitore, ma anche nessun vero perdente esce dalla tre giorni europea che ha ridisegnato i vertici delle istituzioni dell'Ue. Per l'Italia la Von der Leyen non è male e così anche la Lagarde, ma per i cattolici va malissimo: tutti i designati sposano l'agenda Lgbt e alcuni sono in aperta critica su vita e famiglia.
Si è conclusa la partita in Europa per il rinnovo delle cariche alla guida delle istituzioni europee. Cerchiamo di capire come è andata. L’Italia, per ora, non perde nulla anzi potrebbe guadagnare dal caos europeo dei giorni scorsi. I cattolici e cristiani promotori di vita, famiglia e valori non negoziabili devono preoccuparsi, ma non (ancora) stracciarsi le vesti.
Per il paese Italia, David Sassoli (SOC) che succede a Tajani (PPE) alla guida del Parlamento europeo è una buona notizia. Ma per i cristiani e cattolici italiani ed europei è molto meno buona, visto che Sassoli sostiene ogni richiesta LGBTI ed avversa ogni paese identitario e patriottico che promuove le fondamentali radici giudaico cristiane europee e nazionali.
Macron ha avanzato nel pomeriggio di martedì la candidatura di Christine Lagarde, in scadenza dalla guida del Fondo Monetario Internazionale, al posto di Mario Draghi alla BCE nel prossimo autunno (31 ottobre 2019). La strategia di Macron è stata chiara: controllare con un francese una delle più importanti cariche economiche mondiali e confermare lo spirito gallico. Della serie: meglio un francese che chiunque altro. Lagarde non sarà come Draghi, ma non è nemmeno incattivita contro l’Italia come è ora il Commissario Moscovici. È una donna di centrodestra, già ministro con Sarkozy. Conosciuta e stimata, ma non così autorevole dopo aver subito una condanna dalla giustizia francese per ‘negligenza’.
Christine Lagarde non è però una vittoria di Macron, ma è una importante casella assegnata alla Francia che Macron ha usato per nascondere il fallimento della sua strategia iniziale. Per i cristiani e cattolici europei? Peggio di Draghi, ma sostanzialmente indifferente.
Josef Borrell al posto della italiana Mogherini sarà un gran pericolo per tutti, non solo per i noti e pubblici legami con Soros (almeno dal giugno dello scorso anno), ma anche per la sua capacità innegabile di guida diplomatica. Il ruolo di Borrell, seppur da sempre poco efficace per l’ostilità delle diplomazie e dei governi nazionali, potrebbe essere pericoloso sia per l’Italia che per ogni altro paese patriottico, identitario e nazionalista. Per i cattolici e cristiani europei? Borrell è così legato alle idee di Soros che favorirà ogni forma di ingegneria sociale, immigrazione irregolare e diffusione di ideologia anti famiglia e pro aborto,tramite la diplomazia europea in ogni sede. Il pranzo di lavoro tra Soros e Borrell, con a tema le migrazioni, le sfide europee e il futuro dell’Africa, avvenuto il 16 febbraio 2019, durante il Congresso sulla Sicurezza di Monaco, dimostra una invidiabile strategia ed anticipa l’arrivo di monsoni carichi di sventure.
Nello stesso pomeriggio di martedì, i Popolari, con l’attuale presidente del Consiglio Europeo Tusk invece hanno promosso il Ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen alla guida della Commissione al posto di Junker. La proposta di Tusk è stata subito appoggiata in toto dal Gruppo di Visegrad. La Von der Leyen è madre di 7 figli, dunque dovrebbe comprendere le difficoltà e le gioie delle famiglie europee, è cristiana luterana (senza nessuna passione per i “valori non negoziabili”, avendoli già negoziati tutti). Si è schierata a favore di matrimoni e adozioni gay e della ideologia gender. Il 30 giugno 2017, mentre la Merkel e gran parte dei democristiani tedeschi votarono contro il matrimonio gay al Bundestag, la Von der Leyen invece votava con Socialisti, Sinistra e Verdi per la loro legalizzazione.
La Von der Leyen è meglio di Timmermans ma peggio di Weber (cattolico praticante bavarese). Per tutti noi che promuoviamo vita, famiglia, libertà religiosa e di educazione è una scelta oggettivamente preoccupante. La misureremo sui fatti. Una vittoria per la Merkel? Non tanto, diciamo una scelta che la Merkel ha dovuto fare, visti i veti contro Weber, il suo scellerato e fallito accordo di Osaka con Macron e le obiezioni di Visegrad e dell’Italia. I bavaresi cristiano sociali tedeschi e i socialisti in patria non digeriranno la scelta della cancelliera Merkel.
Per l’Italia invece la Von der Leyen potrebbe essere un problema o una opportunità: la sua azione verrà misurata sin dalle prossime settimane sui temi della immigrazione, Italia e Visegrad non faranno sconti.
Ai liberali, con l’ex Premier Michel va la Presidenza del Consiglio Europeo, una scelta debole visto che un ex Premier bocciato nel proprio paese dovrà coordinare i lavori di 27 primi ministri in carica. Per l’Italia? Pericolo moderato, Michel si è più volte espresso contro il nostro Paese e l’attuale governo italiano. Tuttavia il suo debole ruolo non dovrebbe troppo impensierire. Per i cattolici e cristiani europei e italiani? Ennesima preoccupazione per un’altra posizione di vertice occupata da una persona apertamente a favore di migrazioni irregolari, LGBTI, ideologia gender. Verdi a bocca asciutta, lo stesso per i governi di Visegrad (per ora).
Nessun vero vincitore, ma anche nessun vero perdente esce da questa tre giorni. Emerge invece il fallimento della banda dei visionari (SOC-LIB-VERDI), l’inaffidabilità dei Liberali, una certa solidità di Popolari, Conservatori, patriottici e blocco dei paesi del centro est Europa. Questo è un bene per l’Italia e dà speranza al popolo cristiano europeo. Le maggioranze variabili che si prefigurano, non potendo nemmeno in questa legislatura contare su una solida maggioranza che sostenga e promuova le radici giudaico-cristiane e i valori naturali di vita, famiglia, libertà religiosa e di educazione, sono un passo avanti rispetto al Parlamento precedente.
Ora non ci resta che attendere la designazione dei Commissari, indicati dai governi nazionali e dei portafogli (ministeri) che ad essi verranno assegnati. Si vocifera cha all’Italia vada la concorrenza, ottimo ruolo per poter garantire che l’asse franco-tedesco non possa schiacciarci tutti e che i giganti multinazionali non ci sommergano.