Irlanda, scuole pro transizione. Genitori all'oscuro.
La senatrice Sharon Keoghan accusa che alcune scuole in Irlanda accondiscendono ai desideri dei bambini e ragazzi di "cambiare" sesso, ma non informano i genitori.
La senatrice Sharon Keoghan accusa che alcune scuole in Irlanda accondiscendono ai desideri dei bambini e ragazzi di "cambiare" sesso, ma non informano i genitori.
Riportiamo parte dell’intervento della senatrice al Parlamento: "Come la Camera saprà, i genitori in Irlanda hanno il diritto di essere informati sulle questioni relative ai loro figli e di essere consultati su questioni educative. Sia la Costituzione che l'Education Act 1998 sono chiari sull'obbligo a favore dei genitori di essere informati su tutte le questioni rilevanti. Tuttavia, sono stata informata con sicurezza che ciò non sta accadendo in modo serio, poiché ci sono casi di scuole che prendono decisioni logistiche relative ai bambini affidati alle loro cure senza aver portato a conoscenza di tali decisioni i genitori o senza il loro consenso".
“Ciò si verifica quando un bambino o i bambini di una scuola riferiscono ai loro insegnanti che non si identificano più con il loro sesso biologico e desiderano essere indicati con un nuovo nome e nuovi pronomi, nonchè essere trattati, a tutti gli effetti, come se fossero studenti del sesso opposto. Dal 63% al 94%" dei bambini che soffrono di disforia di genere non sperimenteranno più tali sentimenti dalla tarda adolescenza, ma a quel punto potrebbe essere già stato loro inferto un grave danno. Quei bambini non ricevono un buon servizio dalla transizione sociale, che è un potente intervento di carattere psicologico che li mette sulla via dei bloccanti della pubertà e della terapia ormonale".
La senatrice ha aggiunto che alcune scuole mettono a conoscenza delle famiglie che il bambino accusa dei problemi riguardo alla propria identità psicologica sessuale, invece "altre scuole non ne sentono il bisogno e si assumono la responsabilità di far passare socialmente lo studente da un genere all'altro, a volte senza nemmeno informare i genitori del bambino, forse per paura che possano non essere d'accordo e opporsi a questo approccio". Questo ha creato dei problemi, vedi l’uso dei bagni, degli spogliatoi oppure delle camere e dei letti quando si organizzano le gite scolastiche.
La senatrice ha così concluso: "Dobbiamo garantire il più alto standard di assistenza possibile a tutti i bambini, compresi quei bambini che potrebbero sperimentare confusione sulla loro identità. È tempo che il ministro dell'Istruzione, che è qui davanti a noi in aula, spieghi il suo piano per affrontare questa questione molto seria, che, se non affrontata, diventerà sempre più diffusa nelle nostre scuole e in tutte le società sportive del paese".