Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
LA TESTIMONIANZA

«Io, salvato da Shalom. Maltrattamenti? Tutto inventato»

Ascolta la versione audio dell'articolo

Andrea Sugliano ha appena finito il suo percorso nella Comunità Shalom e sta lavorando all'esterno in attesa dell'uscita definitiva. Sul servizio di Piazza Pulita e FanPage dice: «Sono rimasto sconvolto, è tutto inventato. Nessuno mi ha mai messo le mani addosso né ho visto nessun altro picchiato. Chi non vuole seguire questo cammino per liberarsi dalla dipendenza ed esce, non deve impedire ad altri di salvarsi».
- FACILE CURARE A PAROLE, EDUCARE È UN'ALTRA COSA, di Suor Rosalina Ravasio
- VIDEO: NON COMPARIREMO DAVANTI AL TRIBUNALE DI FORMIGLI, di Riccardo Cascioli

Cronaca 18_04_2023

«Vedere quel servizio mi ha sconvolto, non c’è nulla di vero». A parlare così è Andrea Sugliano, 25 anni, un ragazzo della Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio che ha appena terminato il suo cammino terapeutico e ora si sta inserendo nel mondo del lavoro. Ha visto il servizio mandato in onda giovedì scorso nel programma Piazza Pulita su La7, curato da FanPage in cui la Shalom è stata descritta come «la comunità degli orrori»: una definizione «ridicola», dice Andrea. Lui ha anche conosciuto molto bene Andrea Abbruzzese, il grande accusatore della Comunità, presente in studio da Corrado Formigli, che ha raccontato di violenze di ogni genere subite da lui e molti altri nei nove mesi in cui è stato nella comunità di Palazzolo sull’Oglio. E ovviamente suor Rosalina Ravasio, che ha fondato questa comunità 38 anni fa, iniziando la sua missione in un casolare fatiscente oggi diventato una cittadella che lascia ammirati per la bellezza e l’ordine, è dipinta come fosse un diavolo.

«Abbruzzese si è inventato tutto, al 100%», dice ancora Andrea, «quello che ha detto è sconvolgente, la suora sta facendo del bene a tutti noi ragazzi. In tutti questi anni ho imparato a conoscerla, la sua è una vera terapia, ti sprona per farti capire». È quello che suor Rosalina ha detto molte volte: non è solo un problema di disintossicazione, bisogna ricostruire l’umano, c’è un’anima che va curata quanto il corpo, perché le dipendenze uccidono l’anima. «E se uno non vuole capire, non vuole impegnarsi e non vuole stare qui, non è che allora deve danneggiare la comunità, mettere i bastoni tra le ruote, impedire ad altri di salvarsi. Purtroppo ci sono alcuni che l’hanno fatto».

Andrea è di Cairo Montenotte, in provincia di Savona: è entrato alla Shalom quando aveva poco più di 16 anni. Tossicodipendente, aveva bisogno di aiuto; tramite la scuola che frequentava la sua famiglia è stata indirizzata qui, dove lo incontriamo: «Adesso io ho finito il mio percorso, da circa nove mesi lavoro in un’azienda di Palazzolo che fa vasche per i bagni, e torno qui in comunità la sera; poi al fine settimana vado a casa. Ma tra poche settimane sarò fuori definitivamente».

Ma allora qualcuno esce da questa comunità; a sentire il servizio di FanPage si ha l’idea che qui ci si resti a vita.
Ma non è assolutamente vero, certo che si esce. È proprio vedere tanti uscire a fine percorso che mi ha complicato la vita nell’ultimo periodo.

In che senso?
L’ultimo periodo sono scappato diverse volte, perché ero stanco e volevo uscire anch’io, volevo tornare nella società. I primi sei anni non sono mai scappato, ma poi…

A Piazza Pulita hanno dato l’idea che scappare da qui è pericolosissimo, si scatena la caccia all’uomo.
Ma no, non è così. Io però sono sempre tornato dopo pochi giorni accompagnato dai miei genitori, sempre riaccolto da suor Rosalina. Ho sempre detto ok, ci riprovo, perché sentivo che la comunità mi aiutava. Ho visto tanti ragazzi uscire dalla comunità a fine percorso, anch’io volevo arrivare a questo obiettivo, perciò ho stretto i denti e sono andato avanti. Adesso sono proprio contento. A me la comunità ha dato tanto in questi anni, ha dato davvero tanto, e ringrazio moltissimo suor Rosalina e gli operatori che mi hanno aiutato.

Nel servizio di Piazza Pulita si parla tanto di violenze, maltrattamenti. A te è mai accaduto qualcosa?
No, assolutamente. Mai subito violenze, mai qualcuno mi ha messo le mani addosso. Certo, qualche urlata me la sono presa, sono anche una testa dura; ma sono anche cose normali. Qui ci sono tanti ragazzi problematici, si passano momenti difficili, alti e bassi, ma qui prendono il ragazzo per parlarne, capire il suo problema e andargli incontro.

A te è andata bene, ma hai mai visto che qualcuno abbia subito pestaggi? Si è parlato anche di una gabbia per punire i più recalcitranti…
Ma quali gabbie, non c’è niente del genere, mai visto qualcuno vittima di pestaggi, sono tutte cose inventate.