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Facile curare a parole, ma educare è un'altra cosa

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Suor Rosalina Ravasio risponde alle recenti illazioni televisive con una nuova lettera e con i fatti: non solo disintossicare, ma restituire ai ragazzi un nuovo equilibrio che sradichi definitivamente il disordine e la violenza.

Educazione 18_04_2023

Siamo una preda bramata, ma dobbiamo mantenere la nostra autentica liberta!
Non poniamo alcuna limitazione per l’ammissione ai nostri programmi riabilitativi e ci accade persino di riammettere qualche recidivo in presenza di condizioni particolari, previa ri-adesione al consenso informato proposto dalla struttura.

Il nostro scopo non è solo quello di “disintossicare” dalle varie sostanze il soggetto, offrendo un ambiente “libero” dalla droga e da quanto appartiene a questo mondo, ma soprattutto di incoraggiare lo sviluppo delle responsabilità sia a livello personale che di gruppo.
Intendiamo sradicare dai ragazzi e dalle ragazze il senso di inferiorità, la scarsa stima personale e la vergogna, affinché riacquistino, al contrario, la dignità, superando il disordine, e la confusione mista a violenza, che segnavano il loro stile di vita precedente.

Il nostro intento è sviluppare in loro un nuovo equilibrio, una nuova armonia, nel tentativo di ricreare, possibilmente, anche una relazione più umana nell’ambito familiare e sociale; considerato il livello di alta conflittualità espressa con frequenti agiti violenti, distruttivi e devastanti; fenomeni molto comuni nella nostra realtà contemporanea.

Questo intento è un fattore “vitale” per raggiungere gli scopi autenticamente rieducativi, anche se il nostro programma si svolge in un tempo molto più lungo rispetto ad altri percorsi e  programmi analoghi. Naturalmente, per raggiungere un tale fine, si richiede un’azione partecipativa interna molto impegnativa e complessa, vista la varietà di casi e delle patologie dei soggetti ospitati.

Tanto per smentire le scemenze dette su di noi, non c’è una separazione in termini di valore  umano tra i componenti dello staff e gli ospiti. Vivono insieme, mangiano insieme, lavorano insieme e soprattutto, hanno pari diritti! Ma, certamente, la dimensione pedagogica interna comprende anche l’intento educativo, finalizzato allo sviluppo della consapevolezza circa la propria persona, i propri agiti, e la conseguente responsabilità personale diretta.
Molti di quelli che chiedono di entrare, hanno già passato gran parte dei loro anni in precedenti Comunità, per cui sono già i ragazzi stessi a fare il confronto tra i differenti stili di vita e modalità educative!

È inutile dirvi, purtroppo, che in questi anni i ragazzi presentano, sia a livello mentale che fisico, più sintomi patologici con gravi disfunzioni psicologiche-psichiatriche. Tra queste disfunzioni si presenta, molto frequentemente il disturbo narcisistico di personalità, disturbo che si è manifestato in modo eclatante, per citare un caso recente di cronaca nera, in Benno Neumair. Dal caso complesso sappiamo che ha avuto diversi ricoveri e tutti i suoi sintomi permangono tuttora (la cronaca riferisce che, anche in carcere avrebbe sferrato un pugno ad un nuovo compagno in cella).
Queste modalità comportamentali sono legate, o meglio, originate, secondo gli esperti, da un disturbo della personalità con aspetti narcisistici, antisociali e passivo-aggressivi.

Capito? Personalità simili ce ne sono tante: si presentano simpatiche, seduttive, bellocce (vedi Benno), performanti, affascinanti, nonostante non prestino alcuna attenzione e rispetto verso i bisogni degli altri! Tali diagnosi vengono riconosciute solo dopo "gravi e drammatici" eventi (purtroppo… a cui seguono puntualmente fiumi di bla bla da parte dei tuttologi di turno)!
In questi soggetti la tendenza alla manipolazione e alla costante menzogna è pervasiva! Eppure Benno fu sottoposto a numerose visite valutative circa il suo stato di salute mentale da parte di servizi pubblici.

Ma dove erano gli esperti, chiamati a valutare tale pericolosità ed a tutelare la famiglia da questa stessa pericolosità? Difficile, vero, cari tuttologi, dare la risposta giusta?
Per questi individui che si presentano all’apparenza così sicuri, arroganti, dominatori, fascinosi e grandi affabulatori, oltre che, come costante, manipolatori… per questi soggetti l’unico scopo è centrarsi esclusivamente su se stessi!

La diagnosi di disturbo narcisistico di personalità è drammatica quando esplode, ed è la più difficile da riconoscere! Inoltre, è difficile da curarsi, e sapete perchè? Semplice: la loro caratteristica è la scarsa adesione ad un qualsiasi progetto terapeutico! Hanno un senso grandioso di sé con costante bisogno di ammirazione e di soddisfacimento immediato delle proprie enormi aspettative!
In Comunità personalità simili ne abbiamo avute, ne abbiamo e ne avremo, visto come la società le ricerca e le “esalta” (vedi i social media e i vari programmi televisivi).

Avrete certamente sentito, nel programma Piazza Pulita la grave allusione volta a sminuire l’esito del precedente processo in cui la Comunità era stata coinvolta. È incredibile la mancanza di rispetto nei confronti di chi ha indagato attentamente, duramente e minuziosamente, impegnato nell’opera di far chiarezza nel contesto della giustizia!
A tal proposito si rende necessario sottolineare che le motivazioni sono state scritte nelle 73 pagine – ripeto 73 pagine – della sentenza definitiva.

Riteniamo assolutamente offensiva e inaccettabile la dichiarazione ascoltata nel programma di giovedì 13 aprile 2023, che definisce “farsa” quel processo.
Chi ha pronunciato quella frase, magari è uno di quelli che andavano a spasso, saccheggiando, con la macchinona altrui, sapendo che utilizzando quella macchina era ben protetto e sicuro …mentre la “Shalom”, con tutte le famiglie, gli ospiti ed i volontari, veniva crudamente sbattuta alla gogna su ogni prima pagina di giornale per 6/7 anni consecutivi!

Pertanto, alla luce di quanto sopra, queste persone dovranno essere smascherate definitivamente, considerata la loro non credibilità, e per evitare alle famiglie e alla società tutta che “piccoli Benno crescano”.

Facile, curare solo a parole, più difficile educare veramente!

Viva la parola di Dio sempre e comunque. «Sono meglio le ferite di un amico che i baci di un nemico» (Prv 27,6).
 

*Suor Rosalina Ravasio, responsabile della Comunità Shalom