«Io, il vaccino e la medicina "ipse dixit": vivo nella paura»
Ha fatto clamore denunciando in tv le reazioni avverse. E in questa intervista alla Bussola l'ex ministro Castelli racconta l'inquietudine di vivere come un «morto che cammina». «È una frase ad effetto, l'ho detta per far capire che non posso nemmeno fare una passeggiata senza affaticarmi, vivo con la paura di avere un trombo. Sono uomo di scienza, ma a me il vaccino non ha fatto bene, vedo una medicina mainstream, in cui c'è molto "ipse dixit". Mia moglie mi dà dell'"asino": lei non si è vaccinata, ha fatto il covid e con le terapie precoci è guarita in tre giorni».
- SILENZIO MEDIATICO SULLE MANIFESTAZIONI di Stefano Magni
La sua testimonianza di martedì a Tagadà è il classico elefante nella stanza, ossia quella verità che tutti vedono ma che nessuno ammette. Ma, contemporaneamente, è anche un elefante in cristalleria perché dicendo di essere una vittima da vaccino ha rotto il collaudato schema che prevede nelle tv mainstream la presenza soltanto di indefessi sostenitori dell’inoculo che non conoscano effetti collaterali avversi.
Eppure, Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia e una carriera da ingegnere prestato alla politica, ha mostrato una verità scomoda con la naturalezza della verità, raccontando di come a lui il vaccino non abbia dato alcun beneficio e che, per il semplice fatto che «lo dica dovrei essere bandito dalle tv mainstream».
In pochissimi minuti, e tra la sorpresa della conduttrice, Castelli ha sciorinato alcune verità non accettate, a cominciare dal fatto che il vaccino lo ha costretto in una situazione di rischio trombosi. “Un dead man Walking”, ha detto provocando una reazione a catena mediatica deflagrante. Un ospite decisamente inappropriato per un tranquillo pomeriggio di tv, un ospite che non sappiamo quante altre comparsate potrà ancora fare visto quello che si è lasciato scappare, come Lauren, la ragazza invaghitasi di Truman che gli spiattella tutta la verità sulla finzione della sua vita, prima che un’auto si precipiti a prelevarla e farla sparire dallo show.
«Era un modo un po’ d’effetto per dire che oggi corro il rischio di avere un trombo da un momento all’altro», chiarisce a mente fredda alla Bussola in questa intervista mentre chiede conferma alla moglie di alcuni passaggi della sua storia. «Lei non si è vaccinata, ha avuto il Covid e si è curata con il protocollo dell’associazione terapie domiciliari dell’avvocato Grimaldi. In tre giorni è guarita».
Castelli, andiamo con ordine.
Allora: vaccino il 30 luglio. Johnson, un’unica dose, così mi toglievo il pensiero una volta per tutte.
E poi?
Premetto quanto ho ribadito anche a Tagada: non ho alcuna prova della correlazione, ma ho solo un dato di natura cronologica.
Nessuno può avere le prove di una correlazione, spetta al medico e ad Aifa stabilirlo con un meccanismo di conteggio però inaffidabile, che è oggetto anche di una richiesta di revisione.
Una settimana dopo mi è venuta la febbre, un medico del gruppo dell’avvocato Grimaldi mi ha detto di fare un tampone: negativo. Successivamente è sopraggiunta un’infiammazione alla prostata. Ho fatto due passaggi in Pronto Soccorso, quando mi hanno visto mi hanno dato il codice giallo. Morale: sono due mesi che sono spossato, stremato, ho sempre mal di testa, abito in una casa a scale e fatico a farle. È normale secondo lei?
I medici che dicono?
Che ho il D-dimero a 1300. Troppo alto.
Si tratta di un indicatore che mostra che è in corso una coagulazione nel sangue.
Io prima non sapevo neanche che cosa fosse. Mi hanno spiegato che rischio un trombo da un momento all’altro. Per questo ho utilizzato quell’espressione, non posso neanche andare a fare una passeggiata in bicicletta sui miei monti, che mi assale la paura.
Ha fatto esami?
Devo fare un eco-doppler e una risonanza al cranio. Il punto è un altro.
Quale?
Che non posso certo dire che a me il vaccino abbia fatto bene. Sono un uomo di scienza e seguo i principi galileiani.
Ma la medicina…
La medicina che vedo oggi nel mainstream è un ritorno all’ipse dixit. Troppo affidamento alle statistiche, molto meno alle evidenze oggettive.
Oggi come vive?
Con uno stato continuo di stanchezza e inquietudine. La prostatite sopraggiunta dopo il vaccino è guarita, resta questo mal di testa e il D-dimero elevato.
In studio c’era il professor Pregliasco, che cosa le ha detto?
Che quel valore indica uno stato infiammatorio…ma...
Ma…?
Ma non è detto che sia collegato al vaccino.
È convinto?
Io so solo che è comparso tutto subito dopo il vaccino.
Ha segnalato ad Aifa la reazione avversa?
E come faccio? Non ho prove?
Ma non è lei che deve avere prove, lei – o il suo medico – dovete solo segnalare che avete avuto una reazione che non vi aspettavate. Il resto dovrebbe farlo la farmacovigilanza.
Allora lo farò. Però è un paradosso.
Cosa?
Che io ho fatto il vaccino e sono messo così, mia moglie invece non l’ha fatto ed è guarita dal covid in pochi giorni. È qui accanto che mi dà ancora dell’asino (sorride ndr.).