Intanto le paritarie riaprono in silenzio e senza un grazie
In questa visione da Apocalypse now, ci sono però le scuole virtuose, quelle di cui i media non parlano, e tantomeno ne accenna la Ministra: le scuole paritarie pubbliche, che sono lontane, assistono in disparte e in silenzio al caos, senza poter intervenire e offrire supporto. Per loro il Governo non ha proferito una parola, un augurio, ha solo pensato, ma negli ultimi giorni, di poterle utilizzarle come location per consentire agli enti locali di trovare spazi per sopperire alle incapienze delle scuole statali (in Italia mancano posti per oltre 15.000 alunni), alla stregua di un B&B o di una casa vacanze da affittare.
Caro Direttore,
le scuole paritarie pubbliche aprono in punta di piedi, nessuno del Governo centrale o regionale, ha speso una parola per la loro riapertura. I mass media, giornali e televisioni, non fanno altro che insistere sulle difficoltà in cui si dibattono le scuole statali per la loro riapertura, evidenziando le differenti date deliberate dalle diverse Regioni, non solo a causa delle necessità legate ai i seggi elettorali, ma soprattutto per la confusione dettata dalle indicazioni trasmesse ai Dirigenti Scolastici sui DPI per il personale docente e non docente, sui test sierologici obbligatori e non, sui banchi e sedie con rotelle non ancora pervenuti, sulla mancanza di docenti, sui Dirigenti Scolastici reggenti in più plessi, su chi di essi ha vinto il concorso senza ancora ottenere il contratto, sui docenti “fragili”, sul numero troppo esiguo di insegnanti di sostegno e di religione, sulle scuole che per assicurare il distanziamento hanno dovuto recuperare spazi con lavori leggeri e sulle tante di ogni ordine e grado che sono ancora un cantiere aperto. Insomma è del tutto evidente che la riapertura delle scuole statali sta avvenendo in un vero e proprio caos, e a pagare sono ovviamente le famiglie, i bambini, i ragazzi, il personale docente e non, mandato al fronte in completo sbaraglio.
In questa visione da Apocalypse now, ci sono però le scuole virtuose, quelle di cui i media non parlano, e tantomeno ne accenna la Ministra: le scuole paritarie pubbliche, che sono lontane, assistono in disparte e in silenzio al caos, senza poter intervenire e offrire supporto. Per loro il Governo non ha proferito una parola, un augurio, ha solo pensato, ma negli ultimi giorni, di poterle utilizzarle come location per consentire agli enti locali di trovare spazi per sopperire alle incapienze delle scuole statali (in Italia mancano posti per oltre 15.000 alunni), alla stregua di un B&B o di una casa vacanze da affittare.
In Campania esistono scuole paritarie che, indipendentemente dall’Ordinanza n. 70 del Presidente, hanno già richiesto il test sierologico ai propri dipendenti ed hanno deciso in piena autonomia di misurare la temperatura ai bambini e ai ragazzi all’ingresso della scuola. Ligi al distanziamento per i più grandi e a fare indossare la mascherina se a meno di un metro di distanza.
Noi della Confapi, Confederazione di piccole e medie imprese, abbiamo pubblicato avvisi e articoli per mettere a conoscenza il pubblico della ripartenza delle scuole paritarie pubbliche a partire dal 1 settembre 2020.
Ho parlato con più di una mamma che ha contattato la confederazione o scritto sul nostro profilo istituzionale sui social, perché preoccupata ed avvilita per la non apertura di alcune scuole paritarie nella provincia di Napoli. Vorrei evidenziare infine che, a causa di alcune interviste rilasciate sui quotidiani e in televisione, da esponenti politici della maggioranza, e precisamente del Movimento 5 Stelle, che hanno additato le scuole paritarie pubbliche come diplomifici e luoghi in cui “vengono sfruttati i docenti, i quali sono anche di basso profilo professionale”, ho dovuto accogliere presso la sede della Confapi genitori attempati, i cui figli svolgono la professione presso alcuni istituti superiori del napoletano, tranquillizzandoli, perché angosciati di una loro dipartita e di come avrebbero potuto vivere se sfruttati e senza un adeguato stipendio.
La politica è proprio questo, metterti a disposizione dei cittadini, che hanno un infinito bisogno di parlare, di avere chiarimenti, ma soprattutto di essere ascoltati e tranquillizzati. Se non riusciamo a cambiare, mettendoci nei panni dell’altro non riusciremo mai a entrare in empatia ed a comprendere fino in fondo, quanto tutti siano preoccupati nel non vedere un futuro per loro stessi ma soprattutto per i loro figli.
*Valentina Ercolino, presidente della sezione Confapi - scuole paritarie della Campania