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DISCRIMINAZIONE

Insegnanti non vaccinati, segregati nelle loro scuole

Agli insegnanti non vaccinati, che ora possono tornare a scuola, non solo è stata tolta la possibilità di insegnare, ma è stato previsto il trattamento riservato a chi non è in grado di svolgere in modo adeguato e proficuo la propria professione. In pratica, pertanto, il rientro a scuola ha avuto esiti devastanti, con insegnanti segregati a scuola. 

Educazione 06_04_2022
Aula

Che senso ha che il ministro Bianchi inviti tutte le scuole a riflettere sull’articolo 11 della Costituzione italiana (“L'Italia ripudia la guerra ...”) quando, contemporaneamente, è stata dichiarata guerra, proprio nel nostro paese e anche all'interno delle scuole, contro tutti quelli che non hanno accettato di farsi inoculare un siero sperimentale? “La scuola italiana è fondata sulla nostra Costituzione e alla base della nostra Costituzione c’è la pace, che è un valore irrinunciabile”, ha dichiarato il Ministro, eppure i fatti dicono tutt'altro.

Gli studenti se ne accorgono, poiché “contra factum non valet argumentum”... E i fatti parlano di una guerra dichiarata, esplicita, senza esclusione di colpi, fino alla sospensione dal servizio senza stipendio, di persone che hanno dedicato alla scuola e alla educazione/formazione delle giovani generazioni, non di rado con passione, decenni di lavoro. Un conflitto impari, praticamente unilaterale - visto che né sindacati né giudici si sono preoccupati di difendere i lavoratori - combattuto con un accanimento singolare, tanto che per i docenti non “vaccinati”,  definiti con disprezzo “inadempienti”, dopo essere stati sospesi senza stipendio per tre mesi e senza pagamento dei contributi pensionistici, al termine del periodo di sospensione previsto dal DL del 24 marzo 2022, è stata voluta e attuata una nuova e forse ancora più umiliante forma di castigo.

Il Ministero dell'Istruzione, infatti, interpretando in modo assolutamente punitivo tale decreto, ha pensato bene, tramite la circolare ministeriale del 28 marzo 2022, e poi una nota esplicativa della stessa, di equiparare gli insegnanti rientrati in servizio ai docenti inidonei, ovvero a chi, per motivi di salute (depressioni croniche o problemi di salute di vario genere, certificati da apposita commissione medica) non è adatto all’insegnamento, e viene assimilato a livello contrattuale agli ATA e ai collaboratori scolastici, che devono svolgere 36 ore settimanali, invece che le 18 previste dal  contratto nazionale di docenti di scuola media e superiore.

Non solo, quindi, è stata tolta a queste persone la possibilità di insegnare (mantenendo tra l'altro l'obbligo di effettuare un tampone ogni 48 ore, per un costo complessivo di circa 180 euro mensili), ma è stato previsto il trattamento riservato a chi non è in grado di svolgere in modo adeguato e proficuo la propria professione. Al loro posto, poi, continuano a lavorare supplenti (spesso alle prime armi) con un aggravio di spesa per lo Stato e per tutti i cittadini che pagano le tasse e con conseguenze negative sugli studenti, sia sul piano didattico-formativo che psicologico e affettivo, in nome di una presunta continuità didattica che vale, evidentemente, solo in questa occasione. Occorre precisare infatti che i docenti sospesi avevano insegnato da settembre a dicembre e per di più in classi già seguite da anni...

Occorre tenere presente, inoltre, che le attività cui teoricamente questi docenti, secondo le circolari ministeriali, dovrebbero dedicarsi, cioè quelle “a supporto dell’istituzione scolastica”, quali “il servizio di biblioteca e documentazione, l’organizzazione di laboratori, il supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell'ambito del progetto d'istituto”, come può testimoniare qualsiasi persona che opera quotidianamente all'interno di una scuola, esistono più sulla carta che nella realtà. Non perché non ce ne sia in assoluto il bisogno, ma perché si tratta generalmente di attività legate a necessità contingenti e che richiedono comunque di un coordinamento organizzativo e operativo che nella scuola è carente, poiché il Dirigente e i suoi collaboratori sono in tutt'altre faccende affaccendati...

In pratica, pertanto, il rientro a scuola ha avuto esiti devastanti, come si apprende anche dal racconto messo in rete da tanti insegnanti. Alcuni video, in particolare, nel giro di pochissimo tempo sono diventati virali, proprio per il fortissimo messaggio di denuncia che contengono. Un insegnante, per esempio,  racconta in un video di essere stato “segregato” nell’aula Covid della sua scuola: “Questa è la situazione: mi hanno messo isolato nell’aula Covid come se fossi un appestato. A me che sono in perfetta salute, non ho mai avuto niente a differenza dei miei colleghi che si sono rivaccinati e riammalati anche più volte....E io sono qua, nell’Aula Covid, tra medicinali e letti da infermeria. Ad aspettare che cosa non si sa. Quando invece potrei andare in classe ad insegnare ai miei alunni!”  In un altro video, una professoressa fa vedere lo scantinato in cui è stata fatta andare appena rientrata a scuola, tra sedie e banchi vecchi: “Questa è la discriminazione di una docente che è stata collocata in questa stanza umida e piena di muffa a fare cosa non si sa. È uno scandalo. Uno stato ignobile, una vergogna. Io non posso lavorare tranquillamente perché loro adottano questo sistema. Non posso stare a contatto con i miei alunni, ma devo stare in questo bunker come se fossi un untore. Di cosa?”.

Sono solo due esempi fra i tanti, tantissimi, che si potrebbero portare, mentre il Ministro continua in modo irritante a parlare di solidarietà, pace, senso di responsabilità, inclusione e capacità di accoglienza della scuola italiana...

Schizofrenia delle istituzioni o malizia? Non ci avventuriamo in una risposta, ma una cosa la possiamo dire con certezza: da tutta questa vicenda non ne usciremo migliori, se non si verificherà una inversione di tendenza; soprattutto, a dispetto di una scuola che dovrebbe educare e aiutare a maturare, non ne usciranno migliori i nostri giovani, che finiranno per essere profondamente segnati dalla contraddittorietà dei messaggi e dal clima di rancore sociale alimentato da un mondo di adulti guidati solo da furore ideologico.