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IL CASO ROSA CHEMICAL

«Inopportuno porno e poligamia a Sanremo: difendiamo i bimbi»

Ha denunciato alla Camera il messaggio del sedicente artista in gara a Sanremo Rosa Chemical, un misto di poligamia, porno e masturbazione che andrà in onda sulla tv pubblica in fascia protetta. Ma Maddalena Morgante, deputata di Fratelli d'Italia, è stata subissata di offese inaudite e nessuno si è stracciato le vesti per i discorsi d'odio di cui è stata fatta oggetto. E alla Bussola dice: «Sono le stesse minacce che ho ricevuto ai tempi del Ddl Zan, c'è un denominatore comune: la famiglia non può essere difesa». 

Attualità 03_02_2023

Tra le oltre 1200 invettive pubblicate dai soliti leoni da tastiera su Instagram, quelle più “delicate” indirizzate contro Maddalena Morgante erano “deficiente” e “testa di c…”. Tutte le altre, tra bestemmie e offese, non sono riferibili. Eppure, nessuno ieri tra gli stracciatori di vesti specializzati in hate speech, sessismo e dignità della donna, nessuno dei cantori della libertà di opinione in servizio permanente si è alzato per difendere la deputata di Fratelli d’Italia, la quale è stata letteralmente massacrata da discorsi d’odio dopo il suo intervento alla Camera in cui ha criticato la partecipazione al Festival di Sanremo di un cantante (?) chiamato Rosa Chemical. (QUI l'intervento integrale)

Il motivo? Il rapper, al secolo Manuel Franco Rocati, ha dichiarato in un’intervista a Vanity Fair: «A Sanremo porto il sesso, l’amore poligamo e i porno su Onlyfans». È questo il senso della canzone Made in Italy regolarmente inserita in gara da Amadeus. L’intervista pubblicata sul magazine è rivelatrice anche di altri gustosi fatterelli: il suo brano, infatti, è stato pubblicato con due copertine: una purgata, per le piattaforme social, dove due belle gambe tornite di donna calpestano una pizza in una natura morta di “prodotti del bel Paese” e l’altra, invece, riservata agli utenti di Onlyfans, la piattaforma di intrattenimento per adulti, su cui l’artista (?) – dice Vanity Fair - «fa contenuti porno» dove l’immagine scelta è quella di una sexworker completamente nuda (scrivere prostituta evidentemente non era dignitoso della professione). La canzone (?) – racconta lui, cioè Rosa, all’intervistatrice Viola Francini – è nata dopo una serata all’insegna della perdizione e del sesso.

Il suo pensiero è così articolato e profondo che si possono trovare espressioni di questo tenore: «Ho una fidanzata, è una relazione aperta. Se non la vedo per due giorni è possibile che io abbia fatto sesso con altre quattro persone. E lei lo sa e fa lo stesso. Oggi, nel 2023, come posso essere il meglio per la persona che ho davanti? Non sono così egoista». Ovviamente se ne guarda bene dal dire se le persone con cui fa sesso sono maschi o femmine, perché qui la parola d’ordine è il gender fluid. A Sanremo, oltre a Made in Italy, porterà, nella serata dedicata alle cover, una canzone «sull’autoerotismo e la masturbazione femminile, uno dei grandi tabù».

Insomma, animato da istinti bestiali si fa chiamare artista (QUI un campionario del suo repertorio) e per di più non sa la differenza tra una croma e una tonica tanto che di sé stesso dice anche di essere un autodidatta, quindi non possiamo neppure contare su un genio della musica che ha studiato almeno il pentagramma. Invece sul suo ruolo all’Ariston, il messaggio è chiaro: «Porto una visione». Dunque, scordatevi la musica, siamo di fronte a un nuovo prodotto commerciale – l’ennesimo – che utilizza la musica per sdoganare perversioni che tendono all’autodistruzione (la pornografia) e al reato (la poligamia).

In questo quadro sufficientemente stigmatizzabile, cosa ti fa il circo mediatico? Se la prende con chi ha il coraggio di denunciarlo dallo scranno di Montecitorio.

E qui torniamo a Maddalena Morgante, che è stata presa di mira perché ha denunciato con coraggio «il messaggio gender fluid a Sanremo» e parlando con la Bussola ha inquadrato il caso Rosa Chemical come un fenomeno da cui la tv pubblica pagata coi soldi dei contribuenti deve prendere le distanze vista anche la presenza di molti bambini e adolescenti davanti a Rai 1.

«Ho ricevuto una segnalazione di alcuni genitori allarmati», spiega la responsabile famiglie del Veneto per il partito di Giorgia Meloni. «Volevo fare un’interrogazione, poi per ragioni di tempo ho fatto un intervento alla fine della seduta, ma vorrei che fosse chiaro che agisco come parlamentare perché alcune famiglie mi hanno segnalato l’inopportunità di questo personaggio».

La Morgante ha ribadito che «non ho mai avuto intenzione di censurare gli artisti in gara né di bloccare la sua partecipazione, ma semplicemente denunciare l’inopportunità di veicolare certi messaggi in fascia protetta, in un orario in cui tante famiglie sono incollate alla tv. Anche io da ragazzina guardavo il Festival e lo percepivo come un evento, ma così è troppo: io voglio solo tutelare i bambini da certi messaggi, come la pornografa e la poligamia perché il pubblico a cui si rivolge un evento come Sanremo va tenuto in considerazione».

Invece per lei sono fioccati gli insulti social e la potenzia di fuoco massmediatica ha diffuso il suo intervento in maniera acritica, senza chiedersi da dove nasceva e se poteva esserci anche una eventuale condivisione, perché non è detto che i fatti distinti dalle opinioni debbano sempre rispecchiare la rigida divisione stabilita dai manuali di giornalismo. Invece è stata data in pasto e così i leoni si sono scatenati.

«Ho ricevuto tanti insulti di una violenza verbale inaudita e devo dire che sono le stesse brutte parole con le quali mi minacciavano ai tempi del Ddl Zan. Ecco: mi pare di capire che ci sia un denominatore comune: non puoi difendere la famiglia».

E la solidarietà? «Il mio mondo che è quello dell’associazionismo si è subito mosso a mio sostegno (QUI la nota di Jacopo Coghe di Pro Vita e Famiglia), ho ricevuto messaggi personali e qualche collega ha provato a difendermi, ma anche per lui sono partite le minacce».

E Rosa Chemical? Con la sua partecipazione in Riviera, il Festival ha il suo nuovo Achille Lauro che agisce inclinando ancora di più il piano del non lecito. Per lui, statene certi, fioccheranno le interviste e le ospitate. La Morgante, invece, dovrà ripararsi dalla “shit storm” che le sta piovendo addosso e verrà inquadrata come la solita oscurantista contro il progresso secondo uno schema ormai stantio che pretende di imporsi con violenza verbale. Repubblica ha già cominciato inquadrando l'iniziativa della Morgante come un attacco nei confronti di un artista: «L'arte è sempre stata libera». D'accordo, però bisogna mettersi d'accordo sul significato della parola.