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APPROPRIAZIONE INDEBITA

India, il digiuno del leader nazionalista indù "è solo uno show" dicono i cristiani

Il subcontinente indiano è la patria dei digiuni plateali. Oggi tocca al capo del governo dello Stato del Gujarat nonché membro della formazione nazionalista indù Baratiya Janata Party Narendra Modi, noto per essere un estremista. Lui dice che lo fa per la pace e per l'armonia, ma i cristiani, che sono tra gli obiettivi pribilegiati delle violenze del fanatismo indù, non ci credono e denunciano.

 

Ahmedabad (Agenzia Fides) – Ha lanciato un digiuno di tre giorni il leader estremista indù Narendra Modi, capo del governo in Gujarat e membro del partito nazionalista Baratiya Janata Party, per affermare “il suo impegno per l’armonia sociale e comunitaria in Gujarat”. Ma leader politici, organizzazioni della società civile, minoranze cristiane e musulmane non gli credono. “E’ solo uno show”, spiega all’Agenzia Fides il gesuita p. Cedric Prakash, sj, Direttore del Centro per i Diritti Umani, la Giustizia e la Pace “Prashant”, ad Ahmedabad. “Narendra Modi è coinvolto nelle violazioni dei diritti umani avvenute nel 2002 in Gujarat. Come cristiani, diciamo a Modi: se vuoi davvero costruire l’armonia, rendi giustizia alle vittime. Se a dieci anni dai massacri, le vittime chiedono ancora giustizia; se le minoranze religiose cristiane e musulmane, restano emarginate e discriminate in tutti i campi, soprattutto istruzione e occupazione, di quale armonia si sta parlando? L’armonia si costruisce con i fatti, non con le parole”.

Al digiuno di Modi, in Gujarat ha risposto il leader dell’opposizione regionale, Shankersinh Vaghela: anch’egli ha iniziato a digiunare, in un singolare “duello di digiuni”. La sfida è nata dopo che la Corte Suprema del Paese ha deciso di escludere, per il momento, il capo dell’esecutivo del Gujarat dagli accusati per disordini tra indù e musulmani, verificatisi nel 2002. Modi ha iniziato un digiuno nel tentativo di scrollarsi di dosso l’accusa di “complicità nei massacri”. Vaghela, del Partito del Congresso, ha avviato il suo digiuno con un fine opposto: denunciare la “politica corrotta” di Modi.

Nel luglio scorso il Governo del Gujarat, stato dell’India occidentale, ha ammesso che tutte le prove relative ai massacri del 2002 – quando persero la vita circa 2.000 cittadini musulmani, attaccati da migliaia di militanti radicali indù – sono state distrutte (vedi Fides 1/7/2011). La notizia ha creato sconcerto e indignazione fra i legali delle vittime e nella società civile, anche perché molti dei processi ai presunti responsabili sono ancora pendenti. (PA)

Da Agenzia Fides 19 settembre 2011