India. Chi semina odio contro i cristiani
Il governatore del Tamil Nadu ha accusato i missionari cristiani di aver collaborato in epoca coloniale al tentativo di distruggere l’identità nazionale indiana
I missionari cristiani quando l’India era colonia britannica “hanno rubato le nostre ricchezze e i nostri tesori artistici, hanno creato una falsa identità per gli abitanti del nostro paese” affiancandosi agli inglesi nell’opera di distruzione dell’identità nazionale e di indebolimento dello spirito di Bharat (di indianità, Bharat è il nome dell’India in sanscrito che i nazionalisti indù rivendicano e che lo stesso primo ministro Narendra Modi ha usato, suscitando proteste, ma anche vivi consensi, quando nel settembre del 2023 ha ospitato il G20). Sono affermazioni critiche nei confronti dei missionari cristiani sono di NR Ravi, il governatore di uno degli stati indiani, il Tamil Nadu, fatte il 7 settembre scorso durante le celebrazioni per il giubileo d’oro dell’Education Group di Mylapore, a Chennai. Il governatore vi ha preso la parola per esprimere apprezzamento per il contributo dell’istituto alla ascesa di una nuova Bharat e per sostenere l’importanza dell’istruzione in sanscrito. I nazionalisti indù, ostili alle minoranze etniche e religiose, seminano diffidenza e risentimento nei loro confronti tra la popolazione. Il risultato sono violenze e discriminazioni sempre più frequenti che meritano all’India l’11° posto (dopo l’Afghanistan e prima della Siria), tra i paesi in cui la persecuzione è estrema, nella World Watch List 2024 dei 50 stati in cui i cristiani sono più perseguitati, redatta dall’onlus Open Doors. Le parole del governatore Ravi vanno inequivocabilmente in quella direzione e per questo, considerandole gravissime, sia il Consiglio episcopale del Tamil Nadu che il Consiglio dei vescovi di rito latino del Tamil Nadu hanno subito reagito con un comunicato in cui hanno espresso una “forte condanna” delle “parole profondamente offensive” pronunciate dal governatore. Ravi ha volutamente distorto la storia – sostengono i vescovi – mostrando di aderire alla “retorica divisiva rivolta alla comunità cristiana” dei nazionalisti indù. Monsignor George Anthonysamy, arcivescovo di Mylapore, ha dichiarato che “il discorso del governatore Ravi non è stato solo odioso, ma un chiaro tentativo di incitare tensioni tra le comunità” e ha replicato che i cristiani in India sono da tempo profondamente legati alle tradizioni, ai valori e alla cultura del Paese e sono impegnati nel suo sviluppo. Ha quindi chiesto al governatore di smettere di promuovere una politica di odio e ha esortato Ravi a concentrarsi sull'unità tra le persone e sull'adempimento dei suoi doveri costituzionali.