India. Cacciati dal loro villaggio perché cristiani
Sette famiglie convertitesi negli anni scorsi al cristianesimo sono state costrette a lasciare il loro villaggio e inutilmente hanno chiesto aiuto alle autorità
Convertirsi al cristianesimo può costare molto caro in India. I fondamentalisti indù, responsabili di gran parte delle violenze inflitte ai cristiani, osteggiano la fede cristiana che combatte il sistema delle caste, le discriminazioni inflitte ai dalit e alle popolazioni tribali. Ma anche tra queste ultime c’è chi non ammette l’abbandono delle credenze e dei riti ancestrali e reagisce brutalmente. Di recente nello stato di Orissa sette famiglie tribali per essersi convertite sono state cacciate dal loro villaggio e adesso vivono in condizioni precarie. È successo a giugno, ma se ne è avuta notizia solo di recente perché il loro villaggio è situato nel distretto di Malkangi in una zona remota dello Stato. Dopo la conversione i membri delle sette famiglie avevano subito molestie e intimidazioni. Poi è arrivata la decisione di espellerli, presa dal consiglio degli anziani del villaggio. Come se non bastasse sono stati picchiati, i loro beni sono stati gettati via, lasciati alla pioggia che li ha rovinati. Sono partiti praticamente a mani vuote e adesso si trovano senza mezzi di sussistenza e senza un riparo proprio durante le grandi piogge della stagione del monsone. Ricevono un po’ di aiuto soltanto da altri cristiani residenti dei dintorni. Gli abitanti del villaggio hanno minacciato di ucciderli se cercassero di ritornare. Un Pastore, protetto dall’anonimato, ha raccontato la vicenda all’ong International Christian Concern. Le famiglie, ha spiegato, hanno chiesto aiuto alla polizia locale, ma senza risultato. Allora si sono rivolte al sovrintendente distrettuale che ha ordinato alla polizia locale di intervenire, ma nessuna azione in loro favore è stata intrapresa. Secondo il Pastore sono stati i fondamentalisti indù a istigare il consiglio del villaggio a mandarli via. Succede spesso – ha raccontato – che ai cristiani sia concesso di rimanere a condizione che offrano contributi per le feste e le cerimonie dedicate agli dei venerati dai tribali e siano disposti a praticarne il culto. “Alle ultime elezioni generali di giugno – ha concluso il Pastore – nell’Orissa ha vinto il BJP, il partito nazionalista indù, che è anche il partito del governo federale e del primo ministro Narendra Modi. Incidenti come questo adesso aumenteranno”.