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NOMINE A SORPRESA

Incontro vaticano sugli abusi, si parte male

Annunciato il Comitato organizzativo dell'incontro di febbraio su "La protezione dei minori nella Chiesa»: primo nome è il cardinale Cupich, legato all'ex cardinale McCarrick, mentre brilla l'assenza del cardinale O'Malley, presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori. Un regolamento di conti?

Ecclesia 24_11_2018
Papa Francesco e il cardinale O'Malley

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noti ieri i nomi dei membri del Comitato organizzativo dell’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”, che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio 2019. Al primo posto c’è il cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago. Subito dopo il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e Presidente della Conferenza Episcopale dell’India. Poi  mons. Charles Scicluna, Arcivescovo di Malta e Segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede, una nomina recentissima. Infine Padre Hans Zollner, S.J., Presidente del Centro per la Protezione dei Minori della Pontificia Università Gregoriana e membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che ha anche ricevuto l’incarico di referente del Comitato stesso.

Il comunicato prosegue così: «Alla riunione, cui sarà presente Sua Santità, parteciperanno i Capi delle Chiese cattoliche orientali, i Superiori della Segreteria di Stato, i Prefetti delle Congregazioni per la Dottrina della Fede, per le Chiese Orientali, per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei Popoli, per il Clero, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, i Presidenti delle Conferenze Episcopali e i Rappresentanti dell’Unione dei Superiori generali e dell’Unione internazionale delle Superiore generali. Nei lavori preparatori dell’incontro saranno coinvolti, tra gli altri, la dott.ssa Gabriella Gambino, Sottosegretario per la Sezione Vita, e la Dott.ssa Linda Ghisoni, Sottosegretario per la Sezione Fedeli Laici, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e alcune vittime di abusi da parte del clero”.

Qualche annotazione è d’obbligo. Il primo nominato è il cardinale Cupich, di Chicago, la cui nomina, secondo la testimonianza dell’arcivescovo Viganò, è stata voluta e suggerita dal cardinale Maradiaga e dall’ex cardinale McCarrick, Fra l’altro Cupich è stato protagonista, nei giorni scorsi, di una vicenda poco chiara. La Catholic News Agency l’ha accusato di aver lavorato, insieme con Wuerl, nel campo degli abusi a un piano alternativo a quello dei vescovi Usa, che è stato bloccato da un intervento vaticano dell’ultima ora. Cupich ha negato, ma non si può dire che sia un personaggio di equilibrio sul piano degli equilibri ecclesiastici, e  non toccato dalle recenti turbolente vicende che hanno scosso la Chiesa americana. Fra l’altro una sua dichiarazione, secondo cui il Pontefice aveva cose più importanti degli abusi di cui occuparsi, come il problema del clima o l’immigrazione, aveva scatenato su di lui una tempesta mediatica in agosto. Ma un altro elemento, oltre a questa nomina, suscita interrogativi: ed è l’assenza del cardinale Sean O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori.

L’assenza è stata rilevata anche da Il Sismografo, un sito paravaticano molto attento in tema di abusi del clero. «Il cardinale statunitense non è nell’elenco dei membri del Comitato organizzativo dell’incontro e non appartiene a nessuna delle categorie che, secondo il comunicato, prenderanno parte ai lavori della riunione. Quindi non risulta che il porporato possa prendere parte ai lavori della riunione di febbraio. Se le cose stanno come si evince dalla nota della Sala Stampa della Santa Sede, si tratta di un’assenza rilevante per tutto ciò che il cardinale O’Malley rappresenta dal punto di vista pastorale ma anche come esperto della materia». Il Sismografo accenna a possibili impegni diocesani come eventuale causa di impedimento. Ma questa è una difficoltà condivisa dagli altri membri responsabili di grandi diocesi, anzi più grandi di Boston.

Va ricordato che O’Malley si era espresso con una certa severità verso le parole pronunciate durante il viaggio in Cile dal Pontefice, che aveva espresso appoggio al vescovo di Osorno, Barros, accusato di aver coperto abusi. «È comprensibile che le parole di papa Francesco in Cile siano state fonte di grande dispiacere per le vittime di abusi sessuali da parte del clero», aveva detto O’Malley in una nota. Difendendo Barros, il papa aveva detto: «Il giorno che mi portano prove contro il vescovo Barros, allora forse si vedrà, parlerò. Finora non ne ho visto nemmeno una. Non c’è una sola evidenza contro di lui. Questa è calunnia. Chiaro?». O’Malley affermò che se la Chiesa sostiene che «se non riesci a dimostrare le tue lamentele, allora non ti si crederà», questo significherebbe «abbandonare coloro che hanno subito illecite violazioni della loro dignità personale», che si sentirebbero relegati «all’esilio del discredito». E concludeva che non si può sottovalutare la sofferenza.