In Vietnam un Congresso di Natale per gli invalidi
Come fanno da 18 anni, i cattolici di una diocesi del nord, Thai Binh, hanno celebrato il Natale offrendo assistenza sanitaria e tre giorni di festeggiamenti a invalidi, disabili e ammalati di lebbra
Anche in terre ostili e in condizioni difficili, le comunità cristiane, se appena possono, si prodigano per il prossimo nel bisogno senza distinzione di fede e di etnia. I cattolici della diocesi di Thai Binh, provincia costiera del Vietnam settentrionale, come di consueto hanno celebrato il Natale intensificando il loro sostegno caritatevole, materiale e spirituale, nei confronti dei disabili e dei poveri. Per il 18° anno consecutivo, dal 14 al 16 dicembre hanno organizzato il Congresso di Natale per gli invalidi che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 5.600 disabili, arrivati da un centinaio di centri e strutture anche di altre province del nord, ai quali hanno provveduto più di 1.000 volontari, anch’essi in parte provenienti dalle province vicine. Alcuni sono arrivati persino dalla diocesi di Incheon della Corea del Sud. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews, nella giornata di apertura medici e infermieri, cattolici e non, hanno visitato più di 500 malati di lebbra ai quali hanno fornito farmaci, il tutto a titolo gratuito. Le attività assistenziali sono state accompagnate da attività ludiche, culturali e sportive nelle quali bambini e giovani della diocesi hanno coinvolto i partecipanti. Il 15 dicembre monsignor Peter Nguyen Van De, vescovo della diocesi di Thai Binh, ha celebrato una messa a cui hanno partecipato sacerdoti, seminaristi, religiosi e alcuni vescovi, tra i quali monsignor Mario Michiaki Yamanouchi, vescovo della diocesi giapponese di Saitama. Durante la messa è stata recitata una preghiera particolare per malati, disabili e persone sofferenti. Durante l’omelia monsignor Nguyễn Văn Đệ ha detto: “siamo stati insieme, condividendo gioie e dolori mentre ci prepariamo a festeggiare il Natale. Siete tutti invitati, anche quanti tra voi non condividono la nostra fede. Ciò nonostante, abbiamo un paradiso comune. Il Creatore è lo stesso per tutti noi, così come la terra, l’atmosfera e l’aria che respiriamo. Quindi abbiamo molto in comune. (…) Finalmente Gesù viene sulla terra per amarci e salvarci. La vostra fede in questo, fratelli e sorelle, sia sempre ferma”.