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Islam

In Egitto massacrati tre fratelli cristiani

Dicono che sia stata una faida a muovere i sei musulmani assassini, ma le modalità dell’esecuzione fanno pensare piuttosto a un delitto motivato da odio religioso

 

In Egitto, paese a maggioranza islamica, la comunità cristiana è tutelata dal governo con segni e atti tangibili. Tuttavia una parte della popolazione subisce l’influenza dell’integralismo islamico, rappresentato dai Fratelli musulmani. Si verificano perciò episodi di violenza contro i fedeli di cui spesso sono responsabili i vicini di casa, gli abitanti del loro villaggio o del loro quartiere   . Una discussione, l’accusa di aver commesso atti blasfemi, ad esempio aver profanato in qualche modo il Corano, vecchi rancori possono scatenare collera e violenza. Lo scorso marzo, ma la notizia è stata diffusa solo di recente, tre fratelli cristiani sono stati uccisi nel Sinai settentrionale mentre lavoravano nei campi. Sei musulmani li hanno colpiti a morte con armi da fuoco, poi ne hanno mutilati i cadaveri e infine, secondo loro stessa ammissione, hanno danzato attorno ai loro resti. Sembra che il movente sia stato la vendetta per l’omicidio di un loro parente compiuto dal padre delle vittime 70 anni fa e di cui a quanto pare i tre fratelli erano all’oscuro. Secondo l’avvocato della famiglia delle vittime, però, “le modalità in cui è avvenuto l’assassinio non corrispondono a quelle per vendetta avvenute negli ultimi anni”. La mutilazione dei cadaveri inoltre farebbe pensare piuttosto a un delitto che ha a che vedere con l’identità religiosa e ricorda le esecuzioni compiute dall’Isis. Gli autori del massacro, secondo testimonianze locali, sono tornati al loro villaggio gridando “Allah Akbar”, Dio è grande, e alla notizia gli abitanti hanno festeggiato suonando degli strumenti musicali.