In Cina le nascite continuano a diminuire
La politica del figlio unico è finita nel 2016 e tuttavia ogni anno nascono meno bambini. Il 2018 ha segnato anche una riduzione della popolazione in età lavorativa
Nel 2019 in Cina sono nati 14,65 milioni di bambini, 580.000 meno che nel 2018, pari a 10,48 ogni 1.000 abitanti. È il dato più basso da 70 anni, ovvero dalla fondazione della Repubblica popolare cinese. Anche la popolazione in età lavorativa, di età compresa tra 16 e 59 anni, è diminuita di 890.000 unità. Invece il tasso di anzianità, cioè la percentuale di persone di età superiore a 65 anni è aumentato passando dall’11,9% del 2018 al 12,3%. La popolazione complessiva è cresciuta di poco: da 1,3 a 1,4 miliardi circa. I dati demografici relativi al 2019 confermano le tendenze in atto da molti anni, da quando cioè la politica del figlio unico, introdotta nel 1979 e applicata con particolare rigore nelle aree rurali, ha fatto sì che il tasso di natalità iniziasse a diminuire. La legge ha comportato anche uno squilibrio demografico tra maschi e femmine, queste ultime vittime a milioni di aborti selettivi e infanticidi. La legge è stata modificata nel 2013 per consentire di avere due figli alle coppie in cui almeno uno dei due coniugi era figlio unico in seguito alla legge. Nel 2016 è stata abolita. Nonostante ciò permangono le conseguenze della sua applicazione per decenni. Secondo il dottor Wang Feng, docente di sociologia presso la University of California di Irvine citato dall’agenzia AsiaNews, “il basso numero di nascite in parte riflette il declino dei neonati fin dagli anni 90, ma rivela inoltre qualcosa di molto più profondo sulle trasformazioni sociali in atto”, secondo il dottor Feng molto preoccupanti: “la migrazione interna, la rapida urbanizzazione, una cultura del lavoro spietata, gli elevati costi per abitazioni ed educazione e la sfrenata discriminazione di genere. Tutto questo contribuisce alla bassa natalità e potrebbe continuare a farlo per decenni”. La riduzione costante del numero dei nuovi nati pone al paese diverse sfide sociali di lungo e medio periodo – dicono gli esperti che osservano il fenomeno – in particolare nell’ambito della assistenza agli anziani e della previdenza e in termini di carico fiscale per i giovani sui quali grava la sussistenza famigliare.