In aumento l’Hiv resistente ai farmaci antiretrovirali
Una indagine dell’Oms rivela che in 12 paesi più di un malato su dieci non risponde alle terapie anti Aids. La percentuale è ancora più elevata tra i bambini dell’Africa subsahariana sotto i 18 mesi
Una indagine condotta dall’Oms in 18 paesi tra il 2014 e il 2018 rivela un aumento allarmante dell’Hiv resistente ai farmaci antiretrovirali in 12 paesi: Argentina, Cuba, Guatemala, Honduras e Nicaragua, in America; Eswatini (ex Swaziland), Namibia, Sudafrica, Uganda e Zimbabwe, in Africa; Nepal e Papua Nuova Guinea, in Asia). In questi paesi più di un ammalato adulto su dieci non risponde alle terapie a base di efavirenz e/o nevirapina. Preoccupa soprattutto l’elevata percentuale di resistenza agli antiretrovirali riscontrata tra i neonati africani affetti da Hiv: in particolare, in nove paesi dell’Africa sub sahariana più della metà dei bambini di età inferiore a 18 mesi risulta affetto da un virus Hiv resistente all’efavirenz e/o alla nevirapina e la resistenza per altre classi di antiretrovirali supera il 10%. Dall’inizio dell’epidemia di Aids sono state contagiate più di 70 milioni di persone, circa la metà delle quali sono morte. Nel 2018 le persone colpite dal virus erano 37,9 milioni, un milione in più che nel 2017: 36,2 milioni di adulti, 1,7 milioni di minori di 15 anni. I decessi a causa dell’Aids sono più che dimezzati rispetto al 2004, l’anno che ha registrato il maggior numero di morti: nel 2018 sono stati 770.000, nel 2010 erano stati 1,2 milioni e nel 2004 1,7 milioni. Resta costante la concentrazione dei contagi da Hiv nei paesi a reddito basso e medio basso. Nel 2018 un africano su 25 risultava affetto da Hiv: 20,6 milioni di persone (pari al 57% del totale mondiale) in Africa orientale e australe e 5 milioni in Africa occidentale e centrale. Un africano ogni 25 è sieropositivo.