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POLEMICHE

Imam contro Vendola e i gay, islamici divisi

Dalla moschea di Segrate no al voto per i vendoliani, ma nella lista di estrema sinistra ci sono candidati
delle associazioni islamiche.

Attualità 10_05_2011
moschea segrate
Verrebbe quasi da dire: «Per una volta che ne ha detta una giusta…». Quasi. Sì, perché la posizione morale cattolica assomiglia a quella espressa dall’imam di Segrate. Ma non è la stessa. Riassumiamo: Ali Abu Shwaima, medico e storico imam della più antica moschea milanese, a proposito delle prossime elezioni amministrative ha praticamente vietato ai musulmani di votare per la lista Vendola perché la «condotta di vita» di certi candidati non è consonante con l’etica islamica.

Shwaima, volto noto al pubblico televisivo per i talkshow in cui immancabilmente, quando c’è lui, i toni si accendono, è stato subissato, ovviamente, dai diretti interessati, uno dei quali è giusto un musulmano, Davide Piccardo, figlio di Hamza ed esponente dell’Ucoii (Unione comunità e organizzazioni islamiche in Italia). Nonché candidato al consiglio comunale di Milano proprio nella lista Vendola. Un altro membro dell’Ucoii, Fouad Selim (direttore del centro islamico di Monza), dice che la fatwa di Shwaima non vale. E’ anche vero che, malgrado il nome pretenzioso, l’Ucoii rappresenta solo i suoi iscritti (che non sono moltissimi), così come nell’intero mondo islamico nessuno rappresenta nessuno.

Dunque, bisognerà vedere quanti sono quelli che danno retta a Shwaima. Dice (Corsera) Daniele Farina, coordinatore milanese di «Sinistra Ecologia e Libertà» (vendoliani, cioè), che – cito testuale - Piccardo «è portatore oggi di un’idea maggioritaria e di futuro contro certi fondamentalismi che provengono dal mondo delle religioni, musulmana quanto cattolica». Maggioritaria? Sarà.

Ma eccoci trascinati in campo dal riferimento alla religione cattolica. La cui posizione, ribadita mille volte perfino dal papa, è o dovrebbe essere chiara anche ai peggiori sordi, che sono, com’è noto, quelli che non vogliono sentire. Innanzitutto bisognerebbe chiedere all’imam di Segrate di specificare meglio cosa ha inteso dire: non votare per i gay o per l’ideologia omosessualista? Nel secondo caso, concorda con la dottrina cattolica. La quale non ha mai rovistato nei comportamenti privati della gente, materia esclusiva del confessore. Dunque, un candidato omosessuale lo si vota legittimamente. Quel che non si deve votare, invece, è il candidato anche etero che promuove l’ideologia gay.