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POVERA CHIESA

Il Vaticano paga in Pachamama

La Zecca vaticana ha coniato una nuova moneta in argento da 10 euro per celebrare la Giornata della Terra: su un lato l'effigie della Madre Terra, secondo l'iconografia della Pachamama. Una scelta scandalosa: la Chiesa cattolica rende onore a una divinità pagana. 

Ecclesia 19_10_2020 English Español
La nuova moneta vaticana

«“Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?”. Gli risposero: “Di Cesare¨. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”».

Oggi a posto di Cesare abbiamo la Pachamama, quindi dobbiamo dare a lei ciò che le spetta. E questo per volere del Vaticano. I fatti sono questi. La Zecca vaticana, il 16 ottobre scorso, ha coniato una nuova moneta da 10 euro in argento del valore di 69 euro in occasione del 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra. Su un lato della moneta è ritratta una giovane donna incinta il cui pancione è il globo terrestre su cui sono raffigurati alcuni continenti. Dalla sua lunga chioma spuntano alcune spighe.

L’Ufficio numismatico vaticano ha così spiegato il significato del conio di questa nuova moneta: «La celebrazione della vita sulla Terra è un impegno a prendersi cura del pianeta, è il progetto al quale la Chiesa intende offrire la sua adesione, un’opera grandiosa e complessa: promuovere un’azione internazionale per garantire a ciascuno il futuro, gli alimenti di cui ha bisogno, tanto per quantità che per qualità, perché l’avanzamento economico si accompagni con lo sviluppo sociale, senza il quale non si dà vero progresso. La Zecca dello Stato della Città del Vaticano ha curato l’emissione di una moneta da 10 euro in argento realizzata dal Maestro Oldani, che raffigura una madre che porta in grembo la Terra, alla quale dobbiamo cura e amore come se fosse una figlia, con nei capelli lunghe spighe di grano, in un rimando tra passato e futuro che diviene atemporale, quindi eterno».

Contemporaneamente la Zecca ha emesso anche altre monete. Quattro sono di ispirazione cattolica (vi sono raffigurati San Paolo e Raffaello), la quinta è politicamente corretta: San Pietro a braccia spalancate accoglie i migranti. Moneta battuta in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Torniamo alla donna incinta sulla moneta da 10 euro. Ora «una madre che porta in grembo la Terra» è palesemente la Madre Terra, divinità pagana e non cristiana. La Madre Terra può essere legittimamente identificata nella famigerata divinità Pachamama, sia perché il termine “Pachamama” in lingua quechua significa Madre Terra, sia perché l’iconografia scelta dal maestro Oldani riproduce quella della Pachamama (stessa donna con i capelli lunghi che accarezza il suo pancione), sia soprattutto perché la Pachamama è stata una recente frequentazione delle alte gerarchie cattoliche. Infatti circa un anno fa, durante il sinodo dell’Amazzonia, la divinità indios fece il suo ingresso trionfale nei giardini vaticani per poi venire collocata, in duplice copia, presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina e finire, da ultimo, nelle acque del Tevere perché lì buttata da mano pietosa e cattolicissima, nonchè allergica all’idolatria. Dal Vaticano smentiscono chiarendo che la donna raffigurata è solo un simbolo della vita. Come dire di Tizio che non è un malvivente, ma solo un farabutto.

Dea Madre o Dea della Vita, fatto sta che il tintinnio di questa moneta ricorda quello dei trenta denari buttati da Giuda sul pavimento del Tempio. In primo luogo perché sulle monete dello Stato della Città del Vaticano esigiamo che vengano raffigurati Nostro Signore, la Santissima Trinità, santi, scene sacre o elogiative della cultura cristiana (v. le monete per celebrare Raffaello). Qui abbiamo una sostituzione bella e buona: da Maria Vergine incinta alla Pachamama incinta. Dal sacro al profano. Da un contenuto cattolico ad uno non cattolico, come avvenne qualche anno fa quando sempre il Vaticano emise un francobollo raffigurante Martin Lutero inginocchiato davanti a una croce e con in mano una Bibbia, in occasione del 500° anniversario della Riforma protestante.

In secondo luogo, ammesso e non concesso che vogliamo celebrare il creato (e non la Terra), quasi che se ne sentisse il bisogno perché nessuno lo fa, era indispensabile farlo secondo una prospettiva e sensibilità cattolica, ossia trascendente, dove il creato è al servizio dell’uomo e questi non onora una donna che invece di partorire Dio partorisce il mondo, dove Dio crea il mondo e non coincide con il mondo diventando una divinità pagana.