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VIVERE L'ISTANTE

Il tempo è il sangue di Cristo. Lo dicono i Santi

Siamo arrivati ormai alla stagione estiva, che per molti è tempo di ferie e di vacanze. Ci interroghiamo mai su quanti giorni, ore, minuti sprechiamo nella nostra vita? I santi ci aiutano a riflettere su come usiamo il nostro tempo, ma soprattutto ci svelano il segreto per vivere santamente ogni istante

 

 

Cultura 02_07_2022

Gli uomini dicono che il tempo è denaro. Noi cattolici, invece, diciamo che ha tanto valore quanto il Preziosissimo Sangue di Gesù, perché nel tempo si è compiuta la Redenzione. In una conferenza di San Massimiliano M. Kolbe (1894-1941), il santo polacco martire di Auschwitz spiega l'importanza di santificare il momento presente. "Dobbiamo santificarci in ogni momento perché non sappiamo se ci verrà dato altro tempo. Dobbiamo farci santi adesso, perché non siamo sicuri che per noi arriverà la sera". Dovremmo infatti vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, concentrandoci solo sul momento presente. L'attimo che ci sta dinanzi non tornerà mai più: se è stato vissuto bene, rimarrà per l'eternità e non si potrà cambiare. Se invece è stato vissuto male, questo porterà con sé tutte le sue conseguenze, sulla terra e nell'aldilà.

Solo il momento presente è nelle nostre mani, eppure - spiega sempre San Massimiliano - quante volte ce ne dimentichiamo ed invece ci concentriamo più su tutto ciò che è passato?  "Quello mi ha fatto questo, quest'altro cosa penserà di me...", oppure ci preoccupiamo eccessivamente di ciò che dovrà accadere: "Chissà se la tal cosa andrà bene ecc...".

San Massimiliano, inoltre, ci ricorda che i frutti del momento presente non dipendono da ciò che facciamo, ma da come lo facciamo: se per amor di Dio o per amor proprio. Quanto meglio compiremo i nostri doveri, tanto più renderemo gloria a Dio e corrisponderemo alla Volontà dell'Immacolata.

Adesso il mio dovere è studiare? Se lo faccio per amor di Dio, anche se mi costa sacrificio, darò gloria a Lui e santificherò il momento presente. Lo stesso si può dire per qualunque altro dei nostri doveri quotidiani. Quant'è quindi importante l'attimo presente e ricordarci sempre che adesso ci dobbiamo santificare! Come lo abbiamo fatto fino ad ora? In questi mesi, essendo iniziata l'estate, abbiamo sicuramente più tempo a disposizione rispetto al resto dell'anno.  Riflettiamo però: avere più tempo è certamente una grazia, ma anche una responsabilità, cioè richiede comunque un nostro impegno, una nostra corrispondenza. Al giudizio di Dio, ci verrà chiesto come abbiamo impiegato il tempo che ci è stato dato. E noi cattolici, di qualunque condizione e status sociale, ci dobbiamo ricordare che il nostro primo impegno è quello di santificarci, cioè impiegare santamente il tempo che Dio ci ha dato.

Quante ore, minuti, secondi invece sprechiamo in pensieri, parole, discorsi inutili, in mormorazioni, giudizi, o semplicemente in attività che non portano a nulla di buono, ad esempio guardando continuamente il cellulare anche per cose che non ci servono, o andando spesso sui social, curiosando sulle bacheche Facebook, cose che di per sé non sono dannose (fino a certi limiti chiaramente), ma che ci fanno solo perdere tempo?

Ci pensiamo mai invece che il tempo è il Sangue di Cristo e che dal nostro averlo bene impiegato su questa terra, dipenderà la nostra eternità ed anche quella di tante altre anime che a noi sono state affidate? Forse non tutti sanno che San Massimiliano, prima di addormentarsi, lasciava abitualmente ai piedi di una statua dell'Immacolata, gli occhiali e l'orologio. Perché? Rispondeva così: "Gli occhiali sono il simbolo dei miei occhi, l'orologio del mio tempo: questi e quello ho consacrato totalmente a Lei".

Quando un'anima comincia ad utilizzare bene il tempo presente - spiega sempre il santo - aumenta la sollecitudine nel proprio lavoro ed inizia a scoprire nuovi tesori di pensiero e nuove imperfezioni personali, di cui prima non si rendeva conto. La santificazione del momento presente è della massima importanza: nulla varrebbe conoscere tutti i metodi della spiritualità e poi trascurare il momento presente. Proprio per questo motivo, ci viene in aiuto l'insegnamento di San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra. Gli chiesero quale fosse il momento più adatto per darsi completamente a Dio. Egli saggiamente rispose che questo momento è il tempo presente, perché il passato non è più a nostra disposizione ed il futuro non è in nostro potere. Quindi dobbiamo impiegare fedelmente il momento presente che Dio ci dona.

Qualche esempio di santi che hanno fatto così? Uno tra tanti: il beato Contardo Ferrini (1859-1902), professore universitario, definito da Papa Pio XII "modello del cattolico dei nostri giorni". Durante tutta la sua vita, nonostante il poco tempo a disposizione per gli impegni accademici, è sempre stato impegnato in attività caritative e per quattro anni è stato anche consigliere comunale di Milano, dove si batté per conservare l'insegnamento religioso nelle scuole primarie.

Anche i coniugi beati Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini sono un eccellente esempio sotto questo punto di vista: non hanno fondato congregazioni, non sono partiti missionari per terre lontane, non hanno fatto cose straordinarie, ma semplicemente hanno vissuto il loro matrimonio santificando il momento presente secondo la volontà di Dio. La loro giornata era scandita continuamente dalla preghiera: Santa Messa, Rosario quotidiano, adorazione eucaristica notturna. O ancora: pensiamo al giovane beato Carlo Acutis, quindicenne, che passava il suo tempo libero realizzando una mostra sui miracoli eucaristici famosa oggi in tutto il mondo, aiutando i compagni con la scuola e facendo catechismo ai più piccoli.

Ognuno di noi può decidere di impiegare il tempo nella maniera che crede migliore. Nel tempo possiamo crescere soprannaturalmente oppure peccare. Possiamo salvare anime con la nostra preghiera e fedeltà ai doveri quotidiani, oppure dannarci. Spetta alla nostra volontà decidere come corrispondere alla grazia che riceviamo momento per momento.  Spetta a noi decidere se dare al tempo il valore che ha il Sangue di Cristo, versato per la nostra Redenzione, e diventare così santi, oppure attardarci nel cammino che ci conduce al Cielo.