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VERSO LA PENTECOSTE

Il telescopio dell'anima e lo sguardo del cuore

Le immagini dell'universo che ci mostra Hubble, il telescopio della Nasa, sono straordinarie. Ma anche nella vita occorre imparare a guardare oltre, a guardare dentro. Solo lo Spirito ci dà i doni che ci conducono alla verità.

Editoriali 06_06_2014
Stelle catturate da Hubble

Nessuno ha mai visto prima un cielo così. Ora ce lo mostra Hubble, «il telescopio della Nasa che ha rilasciata una nuova immagine dell’universo destinata ad entrare nella storia come la più ‘commovente’ di sempre», annuncia il sito di un quotidiano.

Il cosmo a colori, nella profodità dello spazio mai visto prima: una fantasmagoria di oggetti brillanti risaltano nel buio senza confine. Sullo stesso sito, un’altra immagine scattata dalla Nasa, questa volta assolutamente casalinga, ritrae i colori della laguna veneta con la lunga cordonata dell’isola di Pellestrina e del Lido, con la didascalia: «Una sottile isola protegge l’area dalle onde e dalle tempeste del mar Adriatico settentrionale, mentre i frangiflutto mettono al sicuro le bocche di accesso della laguna. Le tegole rosse sui tetti di Venezia…».

È così bello il mondo? Siamo dunque così belli? Chi l’ha visto? Non avendo in giardino il telescopio della Nasa, possiamo addestrarci a identificare le tracce del nostro cammino sulla terra degli uomini. Come nel cammino di Santiago, le frecce sono fatte con i sassi sul terreno, e le devi trovare, devi stare attento, non perdere l’attenzione e la concentrazione; come un ‘mistico’ che vede oltre nella realtà di tutti i giorni’: lo suggerisce un altro sito.

Anche nella vita occorre dunque imparare a guardare oltre, a guardare dentro. Come la donna della botteguccia che mi chiama per raccontarmi di persone che entrano da lei non solo per comperare, ma per confidare malanni e speranze e vi trovano ascolto e consolazione. Anche lei ha il cuore ferito per un familiare che vede spegnersi lentamente in ospedale. Le racconto di un’amica che accudisce il papà infermo, finalmente liberato dai lacci della rianimazione, ritrovando una dolcezza mai prima sperimentata mentre gli porge il cucchiaio di minestra o la mela frullata o lo lava e accarezza. «Anch’io – dice con un sorriso – non avevo mai abbracciato papà, ma ora lo accarezzo dolcemente e lui mi lascia fare».

Occorre saper vedere, con il telescopio dell’anima e lo sguardo del cuore, dentro e al di là delle cose immediatamente visibili, lì dove si svela il cielo della vita e dove luccicano stelle mai viste. Ti accorgi anche di cose nuove: i ragazzi tumultuosi e distratti aggregano nuovi amici e continuano a incontrarsi oltre la conclusione del catechismo, e adulti vecchi e nuovi decidono di stare con loro.

Tutto quello che ci circonda è pieno di possibilità inaudite e nasconde sorprese ad ogni passo. Lo sguardo penetrante dello Spirito libera dalla superficialità e conduce alla verità tutta intera. Il dono della sapienza, della scienza, dell’intelletto per vedere e scrutare, il dono della pietà per partecipare e condividere, il dono del santo timor di Dio per stare di fronte alla grandezza del Signore, il dono del consiglio e della fortezza per annunciare ai fratelli la ‘grande bellezza’ che ci sorprende da ogni lato della vita.