Il Papa in Campidoglio: Roma trovò compimento sul Golgota
Il discorso in Aula Giulio Cesare: al culmine della civiltà romana il cristianesimo ne intercettò le domande più profonde, il bisogno di parole di vita eterna.
Visita ufficiale di Papa Francesco in Campidoglio – la seconda del pontificato –, a pochi mesi dall'inizio del giubileo. Accolto dagli squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano, il Papa si è poi affacciato con il sindaco Roberto Gualtieri sul Foro romano. Nello studio del sindaco si è svolto poi l'incontro privato.
Dopo la firma del Libro d'Oro Capitolino, in Aula Giulio Cesare il Papa ha incontrato i Consiglieri, gli Assessori e le altre autorità presenti. Nel suo discorso il pontefice ha evidenziato la vocazione di Roma all'universalità come frutto di un disegno provvidenziale. «Roma antica, a causa dello sviluppo giuridico e delle capacità organizzative, e della costruzione lungo i secoli di istituzioni solide e durature, divenne un faro a cui molti popoli si rivolgevano per godere di stabilità e sicurezza», un «centro irradiante di civiltà», che «aveva d’altro canto bisogno di elevarsi».
«L’aspirazione di quella civiltà, giunta al culmine del suo fiorire, offre una ulteriore spiegazione del rapido diffondersi nella società romana del messaggio cristiano». L'incontro tra Roma e Cristo fu il compimento quasi naturale di tale aspirazione: «la fulgida testimonianza dei martiri e il dinamismo di carità delle prime comunità di credenti intercettava il bisogno di ascoltare parole nuove, parole di vita eterna: l’Olimpo non bastava più, bisognava andare sul Golgota e presso la tomba vuota del Risorto per trovare le risposte all’anelito di verità, di giustizia, di amore».