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VULTUM DEI QUAERERE

Il Papa detta le nuove regole alle suore contemplative

Pubblicata la Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere sulla vita contemplativa femminile. I temi centrali: il valore della clausura che genera frutti di grazia e misericordia. La tentazione di «non lasciarsi prendere dal numero e dell'efficienza». E l'avvertimento di usare i social network con prudenza.  

PREGHIERA, CLAUSURA, MONASTERI E TENTAZIONI: IL DOCUMENTO

Ecclesia 22_07_2016
Papa Francesco

Dopo 66 anni dalla pubblicazione della precedente, Sponsa Christi firmata da Papa Pio XII, oggi è la volta di Vultum Dei quarere, la costituzione apostolica di papa Francesco sulla vita contemplativa femminile. È giusto sottolineare subito che a questo testo seguirà, in armonia con le sue disposizioni finali, un ulteriore documento con «le indicazioni applicative particolari», emanato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. 

Monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, durante la presentazione del testo ha sottolineato che il primo elemento messo in evidenza è quello della formazione. Una novità è rappresentata in particolare dall’auspicio di una forma di collaborazione tra monasteri «attraverso», ha sottolineato il segretario, «varie modalità: scambio di materiale, uso prudente dei mezzi digitali, case di formazione iniziale comuni, disponibilità data da sorelle preparate ad aiutare i monasteri con meno risorse». In questo senso va il numero 7 delle disposizioni finali laddove si dice che «per assicurare una formazione di qualità, secondo le circostanze, si promuoveranno case di formazione iniziale comuni a vari monasteri». 

Sul tema delle vocazioni c’è il richiamo a non «lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza» (n°15) che può essere letto insieme a quanto il Papa scrive nelle conclusioni dispositive a proposito del “reclutamento” vocazionale nei paesi del Terzo Mondo: «Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero. Siano elaborati dei criteri per assicurare il compimento di ciò».

Un tema quest’ultimo che sta a cuore a Francesco.  Infatti, in un incontro con i superiori religiosi del dicembre 2013 aveva ricordato la denuncia operata dai vescovi delle Filippine nel sinodo ordinario del 1994, quando parlarono apertamente di “tratta delle novizie”. «Coscienti che “nessuno costruisce il futuro isolandosi, né soltanto con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco”, abbiate cura di preservarvi “dalla malattia dell’autoreferenzialità” e custodite il valore della comunione tra i diversi monasteri come cammino che apre al futuro». 

La sottolineatura del Papa va nella direzione indicata all’art. 9 §1 delle disposizioni conclusive in cui si dice che «inizialmente tutti i monasteri dovranno far parte di una federazione. Se per ragioni speciali un monastero non potrà essere federato, con il voto del capitolo, si chieda il permesso alla Santa Sede, alla quale compete fare l’adeguato discernimento, per consentire al monastero di non appartenere ad una federazione». Questo sembra andare in analogia a quanto è stato fatto con un recente rescritto per gli Istituti diocesani di nuova fondazione, per cui non è più sufficiente il placet del vescovo, ma occorre passare dalla Santa Sede per la loro costituzione. Con Vultum Dei quarere anche i nuovi monasteri che si collocassero fuori dal solco della federazione da cui originano devono «chiedere il permesso alla Santa Sede».

Sempre nell’orizzonte di una maggior attitudine “federativa” «si favorirà l’associazione, anche giuridica, dei monasteri all’Ordine maschile corrispondente. Si favoriranno anche le Confederazioni e la costituzione di Commissioni internazionali dei diversi Ordini, con statuti approvati dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.» Per quanto riguarda la clausura, monsignor Carballo ha detto che «vengono ridefiniti i tre tipi di clausura già contemplati in certo modo da Vita consacrata 59, cioè clausura papale, costituzionale e monastica, consentendo ai singoli monasteri un discernimento attento, che rispetti il diritto proprio, per chiedere eventualmente alla Santa Sede di poter abbracciare una forma di clausura diversa da quella vigente. Prevedendo che questo possa comportare la scelta di diversi tipi di clausura all’interno dello stesso Ordine, il Santo Padre sottolinea che “la pluralità di modi di osservare la clausura deve essere considerata una ricchezza e non un impedimento alla comunione”; comunione che “potrà concretizzarsi in diverse forme di incontro e collaborazione, soprattutto nella formazione iniziale e permanente” (ivi 31)».

Infine, vogliamo soffermarci su alcune parole del Papa che mostrano quale grande dono sia la vita contemplativa monastica per la Chiesa: «Carissime sorelle contemplative, che ne sarebbe senza di voi della Chiesa e di quanti vivono nelle periferie dell’umano e operano negli avamposti dell’evangelizzazione? La Chiesa apprezza molto la vostra vita interamente donata. La Chiesa conta sulla vostra preghiera e sulla vostra offerta per portare agli uomini e alle donne del nostro tempo la buona notizia del Vangelo. La Chiesa ha bisogno di voi!»